AgenPress – “I centosei Ordini dei medici italiani sono vicini e solidali con la dottoressa aggredita a Roma per aver espresso la sua opinione a favore dei vaccini ad alcuni manifestanti contro il green pass. È inaccettabile questo clima di violenza ideologica in cui una minoranza cerca di imporre, con ogni mezzo, una visione contraria alla scienza, alla legge, alla tutela della salute pubblica. Questa non è democrazia, non è legittimo esercizio della libertà di pensiero. È solo tentativo di prevaricare, di imporre con la forza le proprie idee, di cancellare, anche fisicamente, chi tenta di ricondurre alla ragione”.
A parlare è il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, dopo che ieri si è diffusa, anche tra i Presidenti degli Ordini, la notizia dell’aggressione alla fermata San Paolo della metro capitolina, di una dottoressa che aveva discusso con alcuni “no-green pass”, provenienti dal corteo al Circo Massimo. Immediate, nella chat del Consiglio Nazionale, le manifestazioni di sdegno per l’accaduto e di solidarietà con la collega.
“Abbiamo da sempre creduto nel potere del dialogo, del convincimento, della ‘spinta gentile’ alla vaccinazione – spiega Anelli -. E, se si tratta di fugare i dubbi di chi vorrebbe vaccinarsi ma esita per timori più o meno fondati, questa resta la via privilegiata. Qui, però, siamo di fronte alla furia cieca e insensata di chi non vuole sentire ragioni, di chi ha paura anche di ascoltare una parola che potrebbe farlo vacillare nelle sue convinzioni”.
“Su questi pochi irriducibili che, lo ricordiamo, sono una minoranza, non funziona il dialogo, non funzionano le prove, non hanno alcun valore i dati – continua -. Al contrario, purtroppo, su queste stesse persone fanno molta presa le manipolazioni di chi, per avere un facile consenso, li sostiene nelle loro teorie fallaci, di chi porta a supporto delle loro idee false evidenze”.
“È su questi personaggi che, diffondendo false notizie, disseminano odio che dobbiamo agire in primo luogo. E se alcuni di loro dovessero risultare medici, non possono, pur nel rispetto dell’autonomia dei vari Ordini sui casi specifici, restare all’interno della professione, perché il loro comportamento è incompatibile con i dettami del Codice deontologico e con il fine stesso dell’essere medico: la tutela della salute individuale e collettiva – conclude Anelli -. Nella fattispecie, infine, ci uniamo al Presidente dell’Ordine di Roma, Antonio Magi, nel chiedere l’applicazione della Legge 113/2020 in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni. La collega si era infatti qualificata come medico, e stava mettendo in atto il suo dovere di spiegare e far comprendere l’importanza della vaccinazione. È inconcepibile che il suo atto di generosità, volto al bene delle persone, sia stato ripagato con la violenza”.