AgenPress – Le autostrade e i parchi giochi delle scuole di Pechino sono stati chiusi oggi a causa del forte inquinamento. La Cina – il principale produttore al mondo di gas serra responsabili del cambiamento climatico – aumenta la produzione di carbone in seguito ad una crisi energetica provocata da rigidi obiettivi di emissioni e prezzi record del combustibile fossile. La qualità dell’aria in Cina è tra le peggiori al mondo.
Secondo l’ufficio meteorologico nazionale, una fitta foschia di smog ha avvolto parti della Cina settentrionale, con visibilità in alcune aree ridotta a meno di 200 metri. Le autorità di Pechino hanno attribuito la situazione a “condizioni meteorologiche sfavorevoli e diffusione dell’inquinamento regionale”.
Alle scuole della capitale è stato ordinato di interrompere le lezioni di educazione fisica e le attività all’aperto, mentre tratti di autostrade per le principali città – tra cui Shanghai, Tianjin e Harbin – sono stati chiusi al traffico a causa della scarsa visibilità.
L’inquinamento a Pechino ha spinto la concentrazione di micro particelle Pm2.5, responsabili dei problemi respiratori, a quota 224 (livello ‘decisamente malsano’) intorno a mezzogiorno (le 5:00 in Italia), con scenari in peggioramento fino a sabato sera e con un picco a 300 circa nelle prossime ore, in base alle rilevazioni fatte dall’ambasciata americana a Pechino.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda livelli massimi pari a 15. La Cina, principale responsabile mondiale di emissioni di gas serra, si è impegnata a portare il loro picco entro il 2030 e a ridurle a zero entro il 2060, con la quota di energia rinnovabile da portare, rispettivamente, al 25% e all’80%