AgenPress. Conclusa la conferenza internazionale con cui è stato adottato il testo definitivo della “Dichiarazione politica sul rafforzamento della protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di armi esplosive in aree popolate”.
La conferenza internazionale segna il culmine di quasi tre anni di consultazioni guidate dall’Irlanda che hanno coinvolto le Nazioni Unite, gli Stati membri, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e le organizzazioni della società civile, tra cui la Rete internazionale sulle armi esplosive (INEW). L’obiettivo della dichiarazione è quello di affrontare l’impatto umanitario devastante e duraturo dell’uso di armi esplosive nelle aree popolate. La Croce Rossa Italiana, assieme al Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, si impegna in prima linea per cercare di limitare tali danni e proteggere i civili in situazioni di conflitto e ha incoraggiato l’Italia a firmare il testo definitivo della Dichiarazione politica.
“La Croce Rossa Italiana accoglie con grande favore l’esito della conferenza internazionale di Dublino, cui ha preso parte e in occasione della quale – sottolinea Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana – oltre 80 Stati, incluso il nostro Paese, hanno firmato la Dichiarazione politica. Questo testo è una pietra miliare e rappresenta un passo significativo verso una migliore protezione dei civili nelle aree urbane e il rispetto del diritto internazionale umanitario”.
La crescente urbanizzazione dei conflitti armati solleva, infatti, importanti preoccupazioni. Il Rapporto del 2019 del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati ha stimato che, nel 2018, oltre 20.000 civili sono stati uccisi o feriti da armi esplosive. L’uso di armi esplosive in aree popolate causa anche danni alle infrastrutture critiche, provocando effetti a lungo termine per la popolazione civile. Per questo motivo, Il Segretario Generale delle Nazioni Unite invitava gli Stati a sviluppare una dichiarazione politica per affrontare i danni umanitari causati dall’uso di armi esplosive nelle aree popolate.