AgenPress. “Pensiamo alle persone che patiscono la fame, soprattutto bambini, mentre ogni giorno grandi quantità di alimenti vengono sprecate e si spendono risorse per le armi”.
“La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando intere popolazioni a rischio di carestia, specialmente in Afghanistan e nei Paesi del Corno d’Africa. Ogni guerra – lo sappiamo – provoca fame e sfrutta il cibo stesso come arma, impedendone la distribuzione a popolazioni già sofferenti”.
Papa Francesco ha sollecitato “tutti, per primi quanti hanno responsabilità politiche, perché il cibo sia solo strumento di pace”: “Mentre gustiamo la gioia di ritrovarci con i nostri cari, pensiamo alle famiglie che sono più ferite dalla vita, e a quelle che, in questo tempo di crisi economica, fanno fatica a causa della disoccupazione e mancano del necessario per vivere”. Gesù viene in un mondo “malato di indifferenza” che lo respinge “come accade a molti stranieri, o lo ignora, come troppo spesso facciamo noi con i poveri”.
“Non dimentichiamoci dei tanti profughi e rifugiati che bussano alle nostre porte in cerca di conforto, calore e cibo”, ha concluso il Papa: “Non dimentichiamoci degli emarginati, delle persone sole, degli orfani e degli anziani che rischiano di finire scartati, dei carcerati che guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani”.