AgenPress. In questi giorni tanti amici ci hanno lasciato. Di alcuni erano rimasti ricordi sbiaditi di una stagione sommersi dal fango prodotto dalla congiura della mistificazione che ha oltraggiato la verità.
Pagine di umana generosità, di servizio, di conquiste civili, di scelte democratiche e di libertà, sono state dilapidate da un nullismo, da un neo paganesimo che ha spazzato via i valori e li ha sostituiti con il “culto” degli idoli del momento.
In questo periodo, però, sta accadendo qualcosa di inaspettato. Si pensava che il mondo della cosiddetta Prima Repubblica, fosse scomparso, invece no. Ritornano sotto diversa luce tanti personaggi che hanno fatto il loro dovere.
Molti sono i bei ricordi delle passioni vissute, degli ideali testimoniati, delle vivide intelligenze impetuose di allora, che contrastano con il languore di oggi, dove in un proscenio, rozzamente allestito, ci sono autori di se stessi, attori, che declamano monologhi davanti una moltitudine ridotta al silenzio.
Nicola Signorello è stato uno dei protagonisti di quella storia che ritorna. Non è andata perduta l’opera di Nicola e di tanti, condotta con intelligenza e con fermezza mitigata dalla dolcezza del suo carattere.
Parlamentare, Ministro: ruoli svolti con equilibrio nella ricerca del dialogo. Una disponibilità al confronto per trovare utili soluzioni mai un cedimento per “restare” a qualsiasi costo.
I principi per Nicola erano principi quindi non potevano essere “declassati”. Fu un bravissimo Sindaco di Roma.
Quel difficilissimo compito svolto senza sbavature, senza le acrobazie del clamore che nasconde le inadeguatezze, ma operando in silenzio, correggendo molte disfunzioni all’interno dell’apparato comunale e conseguendo risultati nel governo della Capitale insperati. Era un calabrese verace orgoglioso del Suo paese nativo, S. Nicola da Crissa, alle pendici delle Serre.
Il Suo accento era rimasto quello delle origini e non credo che abbia mai tentato di nasconderlo. Era uno dei tanti calabresi di successo rimasto fedele alla Sua terra che esaltava opponendosi ai luoghi comuni ingiusti e interessati. E a S. Nicola tornava spesso. Un paesino ricco di storia, noto per gli appassionati e vivaci confronti fra le due confraternite ma anche per i retaggi di cultura e civiltà.
Nicola Signorello era l’espressione di quella società genuina, profondamente umana. In essa trovò alimento per rimanere un Uomo Libero!
Mario Tassone