AgenPress – Il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha disposto l’iscrizione nel Registro degli indagati per frode processuale o depistaggio per il pm Letizia Ruggeri del caso Yara Gambirasio, la ragazza di 13 anni scomparsa in provincia di Bergamo il 26 novembre 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio successivo.
Per l’omicidio della ragazza era stato condannato all’ergastolo in via definitiva Massimo Bossetti.
La questione su cui si è pronunciata il tribunale di Venezia riguarda le 54 provette contenenti la traccia biologica mista di vittima e carnefice, spostati dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. Per Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, quel cambio di destinazione, interrompendo la catena del freddo (i campioni erano conservati a 80 gradi sottozero) potrebbe aver deteriorato il Dna rendendo vano qualsiasi eventuale tentativo di nuove analisi. Nell’atto di quasi 70 pagine, di opposizione all’archiviazione, si mettono in fila più date a partire dal 26 novembre 2019 (dopo la pronuncia della Cassazione) quando la difesa richiede l’accesso ai campioni di Dna e l’indomani ottiene l’autorizzazione, ma non sa che il pm Ruggeri ha già chiesto di spostare le provette: il 21 novembre i 54 campioni vengono tolti dal frigo e consegnati dal professore Giorgio Casari ai carabinieri di Bergamo, raggiungeranno il tribunale il 2 dicembre 2019, “12 giorni dopo” aver lasciato il San Raffaele. Se per la procura di Venezia né le verifiche né i testimoni hanno fatto emergere la prova che, da parte degli indagati Petillo ed Epis, ci sia mai stata la volontà di distruggere o danneggiare quei campioni di Dna, ora spetta al pm Ruggeri dimostrare la sua buonafede.