AgenPress. In queste ore Carlo Calenda sta continuando ad attaccarmi sul piano personale, con le stesse critiche che da mesi usano i giustizialisti. Sono post e tweet tipici dei grillini, non dei liberal democratici. Tuttavia io non replico. Se sono un mostro oggi, lo ero anche sei mesi fa quando c’era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste.
Se sono un mostro oggi, lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo Polo, come sindaco di Roma, come membro del Parlamento europeo. O addirittura quando l’ho nominato viceministro, ambasciatore, ministro.
Sul mio essere considerato un mostro, ho scritto un libro.Le cose che ho scritto sono talmente vere che dopo un anno non ho ricevuto neanche una querela per diffamazione.
Sul garantismo di chi paragona un avviso di garanzia a una condanna non ho nulla da aggiungere. Sull’arte politica di chi distrugge un progetto comune per la propria ira non ho nulla da aggiungere. Sulla serietà di chi attacca le persone per non confrontarsi sulle idee non ho nulla da aggiungere.
Non mi hanno fermato quando avevo tutta Italia contro perché volevo Draghi al posto di Conte. Allora ricordo bene chi diceva che aprire la crisi era un atto irresponsabile e Draghi non sarebbe mai arrivato. Eppure, mandando a casa Conte e portando Draghi, contro tutti, abbiamo salvato l’Italia. Figuratevi se ci fermeranno oggi! Sono un maratoneta, non un centometrista. So come si arriva al traguardo.
Nei prossimi giorni partirà il congresso democratico, dal basso, di Italia Viva.
Quello che volevamo fare insieme ad Azione, in modo civile e libero, lo faremo con chi ci sta. Prima i comuni, poi le province, poi le regioni. Non ci saranno paracadutati o imposti dall’alto. Sceglieranno gli iscritti, non Renzi.
Faremo la Leopolda l’8-9-10 marzo 2024 cercando di portare tante belle esperienze a discutere, a condividere i sogni, a ragionare di politica. Pensare di vietare la Leopolda è incredibile: significa non aver capito quanto entusiasmo e quanta bellezza ci sia in un popolo che rifiuta il populismo.
Alle Europee cercheremo di stare con chi ha voglia di credere nel riformismo e non nel sovranismo della Meloni o nel massimalismo della Schlein. La nostra casa è Renew Europe, il nostro leader Emmanuel Macron.
Dopo le europee, con le primarie e il voto diretto degli iscritti, eleggeremo il leader o la leader che ci guiderà verso le Politiche. Cercheremo di allargare a chi ci sta, senza rinchiuderci in casa nostra. Apriremo ai mondi del cattolicesimo democratico, liberali, riformisti. Lo faremo spalancando le finestre, non chiudendoci nei personalismi o nelle ambizioni di leader autoproclamatisi.
Quanto a me. Non mi fanno male gli attacchi personali. Ho la scorza dura ormai.
Ho fatto tutti i passi indietro possibili. Mi dispiace tanto per chi non sa quanto è bella la politica fatta in modo diverso da così. Vi meritate una Politica con la P maiuscola, non questa settimana di follie via twitter. La politica come scambio di idee, come rispetto umano, come confronto tra progetti, come capacità di mettersi in gioco. La politica come sogno.
Io sono un uomo fortunato. Ho 48 anni, ho vissuto la gavetta e ho attaccato i manifesti, ho preso i voti in tutti i livelli istituzionali guidando strutture amministrative complicate, sono stato eletto in provincia, in comune, a livello parlamentare, alle primarie con milioni di voti.
Ho ottenuto il miglior risultato della storia politica italiana dell’ultimo mezzo secolo con il famoso 41%, ho fatto il Presidente del consiglio dei ministri, sono stato eletto sindaco della città in cui sono nato e cresciuto. Non ho niente da chiedere, solo qualcosa da dare per restituire il tanto che ho avuto.
E quello che voglio farvi oggi è un augurio speciale. Lo faccio soprattutto ai giovani.
Non abbassate mai la politica a uno scontro personale, a un’aggressione personale, a una lotta personale. La politica è sogno, non fango. Quando qualcuno vola basso, voi puntate in alto ci disse una volta Michelle Obama. Facciamolo in queste ore. Non replichiamo alle aggressioni giustizialiste. Riprendiamoci il sorriso.