AgenPress. L’Unione Nazionale Consumatori replica all’Unione Italiana Food (Uif) che, criticando la Coldiretti in merito all’accusa di speculazioni sul prezzo della pasta, ha affermato che il grano ha prezzi troppo fluttuanti e non è l’industria della pasta a determinare il prezzo del grano duro, a farlo è il mercato globale con meccanismi e quotazioni internazionali.
“Il prezzo della pasta deve scendere immediatamente. Le scuse stanno a zero. E’ vero che a fare il prezzo è il mercato globale, peccato che il prezzo del frumento duro sia sceso” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Secondo gli indici dei prezzi alla produzione del frumento duro pubblicati sul sito Ismea, nel mese di marzo sono scesi del 3% su febbraio 2023 e del 21,8% su marzo 2022, mentre i prezzi medi mensili alla produzione sono scesi del 2,6% sul mese precedente e del 19,3% su base annua.
“Il prezzo della pasta (fresca e secca), secondo i dati Istat, nello stesso periodo di riferimento, è invece salito dell’1,3% su febbraio 2023 e del 18,2% su marzo 2022. Se a questo aggiungiamo che le bollette di luce e gas dall’inizio dell’anno stanno diminuendo, ecco che non ci sono più giustificazioni: i prezzi devono calare senza se e senza ma” prosegue Dona.
Secondo lo studio dell’Unc, i prezzi della pasta stanno salendo ininterrottamente dal giugno del 2021 e sono esplosi a partire da agosto 2021, per via dei cattivi raccolti in Canada e negli Stati Uniti. Da allora i prezzi sono rincarati del 37% su giugno 2021 e del 35,6% su agosto 2021. Ma ora la situazione nei mercati all’ingrosso è completamente cambiata. Se ad esempio in Canada la produzione nella stagione 2021/22 era scesa del 59,6% rispetto a quella del 2020/21, in quella 2023/22 è risalita del 129,8%.