AgenPress. «Se vuoi aumentare i posti di lavoro devi partire dal lavoro. Questa semplice e, direi banale, considerazione dovrebbe essere la stella polare per intervenire sul mondo del lavoro. Invece la destra al governo e di governo penalizza i lavoratori e le lavoratrici e li costringe ad una precarietà infinita.
E la precarietà ha come effetto l’abbassamento delle regole con conseguente aumento della mortalità e degli incidenti sul lavoro. Il governo non sta mettendo neanche le risorse per rinnovare i contratti nazionali di lavoro. Il decreto del primo maggio è contro i lavoratori e le lavoratrici. – lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni –.
Presso il ministero sono attivi 34 tavoli di crisi di rilievo nazionale che riguardano settori importantissimi come la siderurgia, le automotive, il comparto dell’elettrodomestico, l’aerospazio e le telecomunicazioni. Acciaierie d’Italia o ex Ilva, Ansaldo Energia, Bosch, Industria Italiana Autobus, JSW di Piombino, Whirlpool, Italtel, Piaggio Aerospace solo per citare alcune vertenze importanti – prosegue Magni. – Vertenze che vedono a rischio migliaia di posti di lavoro.
I sindacati dei metalmeccanici hanno indetto quattro ore di sciopero per i prossimi 7 e 10 luglio per chiedere al governo Meloni risposte per impedire il declino industriale del nostro Paese. Un declino certificato dall’Istat pari al 7% della produzione industriale italiana. Un dato drammatico e inaccettabile. Il governo Meloni non ha una politica industriale né tantomeno una strategia per l’industria.» conclude Magni.