Romano (SIULP): “Commemorazione strage via D’Amelio sia momento per rinsaldare e rinnovare impegno contro le mafie”

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AgenPress. A distanza di 31 anni, la strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992, è ancora vivissima nei ricordi di ogni singolo cittadino italiano.

“Se vogliamo dare un senso e una dimensione edificante al sacrificio di Palo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli,  Emanuela Loi e Claudio Traina e di tutte le altre vittime delle mafie, – sottolinea Felice Romano, Segretario Generale del SIULP – è necessario che la commemorazione non diventi occasione per scontri che scuotono e possono dividere le coscienze civiche sulla cultura della legalità ma sia un momento per rinsaldare e rinnovare l’impegno contro tutte le mafie e ogni forma di sopraffazione che soffoca la libertà e la democrazia. E per fare ciò occorre riappropriarsi delle testimonianze di vita che queste persone ci hanno lasciato facendole diventare patrimonio di tutti. Giacché queste persone dovrebbero costituire un faro per le nuove generazioni e non un elemento di divisione e lacerazione delle coscienze come sembra emergere dalle notizie che anticipano la celebrazione”.

“Evidenziando che la mobilitazione delle coscienze, come ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della commemorazione di Capaci, si potrà continuare a coltivare per ampliare il giusto e forte senso di cittadinanza che è alla base della condizione di civiltà e di un’etica condivisa quali precondizioni irrinunciabili per una società democratica, coesa e sicura”

“I valori di legalità, di giustizia, di coesione sociale e di lotta alle mafie non possono avere bandiere o colori politici – sottolinea Romano – giacché sono patrimonio di tutti e condizione imprescindibile per ogni democrazia avanzata con la consapevolezza che potranno continuare ad essere vivi solo se tutti noi, insieme, insegneremo ai giovani, nel ricordo dei servitori dello Stato che sono stati barbaramente uccisi, il rispetto delle regole e la rinuncia alle scorciatoie. Giacché la mafia si combatte ogni giorno percorrendo la via della legalità che questi servitori dello Stato, senza se e senza ma sino al sacrificio estremo, ci hanno indicato con il loro sacrificio. L’esempio di questi eroi, che erano temuti dalla mafia per il loro coraggio che l’ha messa in ginocchio, è l’eredità che ci hanno lasciato tutti i servitori dello Stato che sono caduti per difendere i valori democratici e di legalità in cui credevano e ai quali avevano prestato giuramento di fedeltà. A tutti noi spetta rinnovarla non con una mera celebrazione, che rischia di diventare quasi una santificazione perenne fine a sé stessa se non addirittura un motivo di scontro, ma con l’impegno e l’esempio di ogni giorno rispettando le regole e affermando la cultura della legalità poiché questo è l’unico modo per combattere e sconfiggere le mafie in ogni forma in cui si manifesta”.

 

 

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