AgenPress – “La prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano e mi hanno visto, se ne sono andate piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio… Come se avessi fatto qualcosa di eccezionale per loro. Ma sono figlie di Dio!”. Lo dice il Papa in una intervista a Vida Nueva rilasciata prima di partire per Lisbona.
La Chiesa deve aiutare tutti senza fare “preferenze”, ha poi detto nel discorso che aveva preparato e ha consegnato nella visita di una parrocchia di periferia a Lisbona, nel quartiere di Serafina che ha visto una rinascita, dalle baracche e dal disagio oggi guarda al futuro grazie ad un Centro di solidarietà.
“Tutti siamo fragili e bisognosi, ma lo sguardo di compassione del Vangelo ci porta a vedere le necessità di chi ha più bisogno. E a servire i poveri, i prediletti di Dio che si è fatto povero per noi: gli esclusi, gli emarginati, gli scartati, i piccoli, gli indifesi. Sono loro il tesoro della Chiesa, sono i preferiti di Dio! E, tra di loro – indica nel discorso Papa Francesco -, ricordiamoci di non fare differenze. Per un cristiano, infatti, non ci sono preferenze di fronte a chi bussa bisognoso alla porta: connazionali o stranieri, appartenenti a un gruppo o ad un altro, giovani o anziani, simpatici o antipatici”. Poi il Papa ricorda nel testo la storia di un giovane portoghese, Giovanni Ciudad. Per la Chiesa è San Giovanni di Dio che fondò i Fratelli Ospedalieri. Dal suo motto – “Fate del bene fratelli” – l’ospedale romano “Fatebenefratelli”.