AgenPress – “Avevano sicuramente voglia di parlare e di sfogarsi con qualcuno disposto ad ascoltarle attentamente e serenamente le due bambine vittime di abusi sessuali a Caivano. E hanno trovato nella nostra rappresentante una persona scrupolosa e comprensiva”.
Così il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale Enrico Scandone, durante la conferenza stampa tenutasi negli uffici della Procura di Napoli Nord ad Aversa (Caserta) relativa alle indagini sui fatti di Caivano. Scandone ha parlato della carabiniera che per prima, nella cosiddetta stanza rosa, ha raccolto le confessioni delle due vittime, stendendo poi la relazione di servizio su cui si sono basate le successive indagini volte all’individuazione dei responsabili, realizzate dai carabinieri della Compagnia di Caivano, di cui Scandone ha ricordato “l’importante e forte presenza sul territorio. Bisogna avere fiducia nelle istituzioni, perché ci sono sempre persone disposte a farsi carico di queste vicende così gravi”.
“Ho sentito dire che a Caivano lo Stato non c’è, eppure i genitori delle due bimbe vittime si sono presentati con le loro figlie alle 9 di sera alla caserma dei carabinieri, e qui hanno lasciato le loro bimbe, che sono state affidate ad un carabiniere donna, che ha raccolto per prima i loro drammatici racconti, e ha scritto la relazione di servizio su cui si sono basate le indagini”, ha detto il Procuratore dei minori di Napoli, Maria de Luzenberger Milnersheim, rivolgendo un appello ai giornalisti: “vi prego di cuore di usare la massima responsabilità nei confronti di tutti i minori coinvolti in questo grave episodio. Per questo vi richiamo alla vostra carta deontologica, la Carta di Treviso, affinché assicuriate la massima tutela alle minori vittime, di cui ho visto sono state pubblicate anche l’età. Non portate inoltre alla gogna i minori responsabili, che saranno puniti ma devono ancora intraprendere un percorso di riabilitazione”.
Per la violenza i carabinieri di Napoli hanno eseguito 9 misure cautelari a carico di sette minori e due maggiorenni. Le due cuginette di 10 e 12 anni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, furono portate all’interno di un centro sportivo abbandonato, il Delphinia, dove sono ora iniziati lavori di ristrutturazione per il suo completamento entro la primavera del 2024, e violentate da un gruppo di giovani. Ma quello sarebbe stato solo uno degli episodi di violenza, che si sarebbero ripetuti a lungo nel tempo.