AgenPress – Le famiglie degli ostaggi hanno indetto una protesta di massa davanti la sede dell’Unicef a Tel Aviv. A parlare in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia – ci saranno Hadas Kalderon, madre di Sahar (16 anni) e Erez (12), entrambi rapiti da Hamas. Insieme a lei parlerà Yoni Asher Katz, la cui moglie e le figlie Aviv (2anni) e Raz (4) sono state portate a Gaza.
“Oggi è la Giornata internazionale dell’infanzia. Bambini sono ancora tenuti prigionieri a Gaza. Il mondo non può restare in silenzio. Dobbiamo riportali a casa subito”, ha detto su X il leader dell’opposizione Yair Lapid. Secondo le stime, ci sono tra gli ostaggi, tra i 30 e i 40 minori.
“Come è possibile – ha aggiunto – che di fronte a questo orrore di bambini rapiti il mondo sia silente? Grandi agenzie internazionali come l’Unicef non dicono nulla, avete abdicato al vostro ruolo? Dove sono i diritti dei mie bambini?”. Vered Windman, direttore del Centro nazionale per il bambino ha attaccato Hamas per aver trasformato bambini in “merce di scambio”. Poi ha detto che l’Onu e l’Unicef “si devono svegliare e fare il loro lavoro”.
Contro il “silenzio” delle organizzazioni dell’Onu sui bambini rapiti da Hamas, le loro famiglie hanno protestato con forza davanti la sede dell’Unicef a Tel Aviv, in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia. “Svegliatevi”, ha gridato, citata dai media, Hadas Kalderon che ha avuto due figli di 12 e 16 anni rapiti nel kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre scorso. Sulla facciata del palazzo che ospita la sede – vuota – dell’Unicef è stato proiettato un messaggio che diceva: “dove sono i vostri bambini? i nostri sono tenuti in ostaggio da Hamas. I nostri li avete abbandonati”.
“Vogliamo che tutti tornino indietro e vogliamo un impegno scritto dal Gabinetto di guerra in questo senso”, ha detto Shay Wenkert in rappresentanza delle famiglie degli ostaggi israeliani escludendo così la possibilità di un accordo parziale di cui si parla da giorni. Wenkert ha parlato prima dell’incontro con il Gabinetto di guerra presieduto dal premier Benyamin Netanyahu , “Abbiamo domande molto concrete alle quali ci aspettiamo di ricevere risposte”, ha aggiunto l’altra rappresentante, Merav Leshem Gonen. “Ogni accordo – ha aggiunto – non rimuove da loro la responsabilità di portare indietro tutti, nessuno escluso”.