Cop 28. Amref: “Chiediamo alla comunità globale di rispettare gli impegni presi”

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Tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico causerà circa 250.000 morti in più all’anno, dovute a malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore


AgenPress. “Chiediamo alla comunità globale di rispettare gli impegni presi. Garantire 100 miliardi di dollari l’anno di finanziamenti per il clima e di destinare urgentemente questi fondi a iniziative che salvino vite umane e migliorino la salute delle persone più vulnerabili, soprattutto donne e bambini”, ha dichiarato Githinji Gitahi, il Direttore Globale di Amref Health Africa. L’organizzazione africana sanitaria, diretta dal dottore keniota Gitahi, sarà presente con una sua delegazione a COP28, dove domenica 3 dicembre si terrà il primo Health Day.

Nei giorni scorsi la sezione italiana di Amref ha pubblicato un’indagine curata da Ipsos – “Africa e salute: l’opinione degli italiani”, con dei dati relativi al rapporto tra salute globale e cambiamento climatico. Secondo tale indagine il cambiamento climatico è una grave minaccia per il mondo intero, sostiene l’89% degli intervistati.  Per il 90% il cambiamento climatico è un’emergenza per la salute globale.

Per 6 italiani su 10 “ormai è troppo tardi per fare qualcosa, oggi paghiamo le conseguenze del non avere messo in atto soluzioni efficaci e tempestive per affrontare il cambiamento climatico”. Mentre per il 33% “l’allarmismo sul cambiamento climatico è ampiamente esagerato, la situazione non è poi così grave”. Sempre secondo l’indagine voluta da Amref Italia e curata da Ipsos, l’aumento delle ondate di calore e l’innalzamento delle temperature saranno le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Al secondo posto l’aumento della siccità e la diminuzione della disponibilità di acqua. Al terzo posto la diminuzione della disponibilità di cibo dovuta agli impatti sull’agricoltura.

Il cambiamento climatico, infatti, influisce sui determinanti sociali e ambientali della salute: aria pulita, acqua potabile, cibo sufficiente e alloggi sicuri. Tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico causerà circa 250.000 morti in più all’anno, dovute a malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore (OMS). Si stima che la trasmissione della malaria si diffonderà in nuove regioni geografiche, con una perdita potenziale di 2-4 miliardi di dollari in spese sanitarie dirette entro il 2030. L’Africa subsahariana, dove 58,7 milioni di bambini sono affetti da malnutrizione grave, sta affrontando una delle peggiori crisi alimentari degli ultimi decenni, fortemente collegata al cambiamento climatico.

La delegazione di Amref esorterà tutti i leader presenti a Cop28 ad investire nelle soluzioni di adattamento e resilienza, per contrastare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici sui sistemi sanitari, soprattutto stando attenti a quei Paesi che emettono meno Co2, ma che subiscono un maggiore impatto. Amref, attraverso una serie di incontri istituzionali di alto livello, continuerà a sostenere la priorità della salute nei negoziati sul cambiamento climatico. Promuoverà in particolare la firma della Dichiarazione sul clima e la salute della COP28, una dichiarazione d’intenti per contribuire alla realizzazione di un’economia sostenibile e la creazione di sistemi sanitari pubblici sostenibili, equi e resilienti. Tale dichiarazione rispecchia le aspirazioni espresse nella Posizione comune africana su clima e salute formulata ad agosto in Malawi, che Amref ha condiviso insieme ad altre realtà impegnate nel continente, come AFIDEP (African Institute for Development Policy), PACJA (Panafrican Climate Justice Alliance) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Secondo il Direttore Globale di Amref Health Africa “mentre ci prepariamo per la storica Giornata della Salute alla COP28 (3 dicembre), siamo fermamente decisi ad affrontare le sfide sanitarie poste dal cambiamento climatico e incoraggiare investimenti ambiziosi nel settore sanitario. I nostri governi sono attori chiave e devono impegnarsi a intraprendere le azioni necessarie per salvaguardare la salute delle comunità”. Oltre al Direttore Globale saranno presenti a Dubai, il Direttore per la Salute della popolazione e l’Ambiente, Martin Muchangi e la Direttrice Globale per le Relazioni Internazionali, Desta Lakew.

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