AgenPress – “Abbiamo concordato in linea di principio l’avvio della missione Ue nel Mar Rosso, ora dobbiamo lavorare per l’unanimità sul quando”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Ue.
“Non posso indicare la tempistica, ma posso dire che il non paper è ora sul tavolo e che nessuno si è opposto. Magari qualche Paese non parteciperà ma non partecipare è un conto e opporsi è un altro”, ha aggiunto Borrell parlando in conferenza stampa. “Ora bisognerà lavorare a regole e modus operandi ma certamente la difesa da un attacco esterno non delinea semplicemente un approccio passivo”.
Nel documento scritto da Italia, Francia e Germania, si legge che “data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l’Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo”.
“La missione sarà in linea con la Convenzione Onu sul diritti del mare e sarà difensiva”, si legge nel testo, che sottolinea “l’importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti” della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz.
“Le continue tensioni nell’area rischiano di ripercuotersi negativamente sull’economia globale, causando un aumento dei costi di trasporto e dei tempi di consegna delle merci. Se prolungata, potrebbe avere potenziali effetti destabilizzanti su alcuni Paesi, come l’Egitto, il cui bilancio dipende in gran parte dalle entrate provenienti dai transiti attraverso il Canale di Suez (l’Egitto ha incassato circa 8,6 miliardi di euro nell’anno fiscale 2022-2023)”, scrivono nel documento Roma, Parigi e Berlino, nel quale si ricordano le due missioni finora messe in campo dall’Ue nell’aera per la sicurezza della navigazione: l’operazione Atalanta, contro la pirateria somala, e l’operazione Emasoh/Agenor, nello Stretto di Hormuz.
Da un punto di vista operativo, i firmatari del presente documento invitano gli altri Stati membri a considerare favorevolmente la loro partecipazione, con mezzi navali o contributi di personale, ad Aspides come segno tangibile di sostegno all’obiettivo politico comune di proteggere la libertà di navigazione e di sostenere il diritto internazionale”.
Sottolineano, infine, che “l’operazione potrebbe essere lanciata in applicazione dell’art. 44 del Tue, se necessari”, secondo il quale per missioni di questo genere “il Consiglio può affidare l’esecuzione di un compito a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e che dispongono delle capacità necessarie per svolgere tale compito”.