Premier time. Meloni: “il governo punta a usare le privatizzazioni come strumento di politica industriale”

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AgenPress –  “Il governo lavora alla razionalizzazione delle partecipate dello Stato, da cui si attendono proventi per circa l’1% del Pil (circa 20 miliardi in tre anni). Ma devono considerate anche come fattore di sviluppo dell’economia italiana e non solo come metodo per fare cassa”.

Lo ha detto  Giorgia Meloni al question time alla Camera, sottolineando che il governo punta a usare le privatizzazioni come strumento di “politica industriale”.

“Ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e affermarla dove invece è necessaria, come negli asset strategici”. Insomma: “Non si tratta di privatizzare per privatizzare, di dismettere o di svendere”.

L’impostazione del governo, ha aggiunto la premier, “è lontana anni luce da quanto visto purtroppo accadere in passato”, quando le privatizzazioni sono state “regali miliardari a qualche ben inserito e fortunato imprenditore”. Nulla a che fare con il mercato libero, secondo Meloni, ma piuttosto una situazione simile a quanto accaduto “con gli oligarchi russi quando si è dissolta l’unione sovietica”.

“Il governo come scritto nella Nadef lavora a un piano di razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato da cui sono attesi risorse per almeno l’uno per cento Pil, un obiettivo ambizioso ma alla nostra portata. Concordo pienamente sul fatto che non debbano avere come unico scopo quello di fare cassa per ridurre il debito ma devono essere considerate strumento di politica industriale e fattore sviluppo dell’economia italiana.

Quello che vogliamo fare è un approfondimento strategico che porti alla razionalizzazione delle partecipazioni” pubbliche, cioè “ridurre la presenza dello Stato laddove non è necessaria e affermarla dove invece è necessaria come negli asset strategici. Significa la possibilità di ridurre quote che non compromettono il controllo pubblico, la possibilità entrare privati in quote minoritarie in società a totale controllo pubblico e garantire una presenza dello Stato dove oggi non c’è, anche in forma azionaria per affiancare i poteri regolatori e di golden power che sono già previsti”.

“Abbiamo avviato il percorso con la vendita di quote del Monte dei Paschi di Siena, dopo la procedura accelerata nel giro di poche ore abbiamo ricevuto domanda 5 volte superiore”, un “bel segnale per gli italiani dopo anni in cui hanno visto uscire miliardi per il Montepaschi hanno visto anche rientrare una parte di quelle risorse”.

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