AgenPress – Il Grand Hotel “La Sonrisa”, più noto come “Il Castello delle Cerimonie”, dalla omonima trasmissione tv, confiscato e affidato al comune di Sant’Antonio Abate, sta subendo una pioggia di disdette di prenotazioni da parte delle coppie di sposi che da qui all’estate sognavano di festeggiare nel famoso ristorante-hotel le proprie nozze. Il danno economico è notevole, anche per i clienti che hanno fatto già partire gli inviti verso parenti e amici.
I lavoratori hanno paura di perdere i loro posti di lavoro, dopo la confisca urbanistica arrivata con sentenza della Corte di Cassazione, giovedì scorso, al termine di un lungo iter giudiziario per lottizzazione abusiva iniziato nel 2011, che prevede il trasferimento della proprietà della struttura ricettiva dalla famiglia Polese, che la gestisce da 40anni, al Comune di Sant’Antonio Abate. I legali dei Polese hanno già annunciato che faranno ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Ma oltre agli sposi promessi – che telefonano con insistenza alla reception – sono soprattutto i circa 150 dipendenti, tra fissi e stagionali, a temere per il proprio futuro anche in considerazione del consistente indotto che ruota intorno alle cerimonie principesche che organizza il “Castello”. Dalle 8 sono riuniti nell’hotel da cui si sono mossi all’indirizzo del Comune di Sant’Antonio Abate, per chiedere che una loro delegazione venga ricevuta dalla sindaca Ilaria Abagnale alla quale intendono manifestare le proprie preoccupazioni e la richiesta di attivarsi per assicurare all’hotel la continuità lavorativa che rappresenta, per Sant’Antonio Abate, una importante fonte di reddito per circa 300 famiglie.
Per ora l’attività può proseguire. Il tribunale ha momentaneamente affidato l’azienda alla famiglia dei Polese proprio per garantire la continuità occupazionale. Ma quello che preoccupa i dipendenti è cosa accadrà quando subentrerà il comune. La sindaca Ilaria Abagnale ha spiegato che ci sarà un suo incontro con il prefetto e i vertici della procura. “Si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio – dichiara Abagnale – punto di riferimento per tutta l’area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi”. Dunque nessuna intenzione di chiudere tutto. Il comune potrebbe tenere aperta la struttura ricettiva affidandone la gestione a privati, mediante un bando pubblico che escluda gli attuali proprietari e ricavarne così un fitto da destinare a scopi di pubblica utilità.