Alexey Navalny. Legale: “non soffriva di tromboembolia. Putin lo ha sempre temuto, non è un caso che lo ha ucciso ad mese dalle elezioni

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AgenPress – Lyubov Sobol è un avvocato ed ex candidato dell’opposizione alla Duma della città di Mosca. È un membro chiave del team di Alexei Navalny dal 2011, avendo lavorato con il progetto anticorruzione Rospil e il suo successore, la Fondazione anticorruzione; sul partito Russia del futuro di Navalny nel Consiglio centrale; e come membro del team di produzione per il canale YouTube Navalny Live. Sobol è attualmente George F. Kennan Fellow presso il Kennan Institute.

“Il mondo è scioccato dalla notizia della morte di Alexei Navalny in una remota colonia penale artica russa. Anche noi, la sua squadra, siamo scioccati. Le autorità russe hanno dichiarato che la causa della morte di Navalny sarà determinata da professionisti medici, ma io Dubito profondamente che qualsiasi professionista medico in Russia oserebbe condurre un esame indipendente.

Vorrei sottolineare in particolare che Navalny non soffriva di tromboembolia. Era assolutamente sano prima di essere avvelenato con il Novichok, dopodiché è riuscito anche a recuperare la salute grazie all’assistenza dei medici della rinomata clinica tedesca Charité.

Inutile dire quanto Navalny ha fatto per il popolo russo. Il suo contributo alla costruzione di un movimento democratico è davvero immenso. Navalny ha sempre creduto nella Russia e nel nostro popolo, tanto che è tornato a casa dopo essere stato avvelenato nel 2021, finendo in condizioni tortuose in una colonia russa. Anche lì è riuscito a mantenere la compostezza, a mantenere alto il buon umore e a rimanere ottimista. Negli ultimi mesi appariva emaciato poiché era stato tormentato dalla mancanza di cibo adeguato e ripetutamente messo in isolamento. Ma non si è mai arreso. Questo è sempre stato il suo messaggio principale: non arrenderti, non aver paura; siamo in tanti e vinceremo.

Nei tempi bui e spaventosi che stiamo vivendo, Navalny era una stella polare, e rimane tale. È già passato alla storia del nostro popolo come un eroe. Spetta a coloro che lascia indietro dare alla sua vita un significato e un significato. Per questo abbiamo bisogno che il regime di Putin finisca e non dovremmo aver paura di dirlo pubblicamente”.

Si stanno raccogliendo le prove: “è un lavoro difficile, visto che il corpo di Navalny non viene consegnato alla madre. Tuttora non sappiamo neppure dove si trovi. Però possiamo dire con assoluta certezza che Navalny è stato ammazzato da Vladimir Putin. È stato fatto morire su suo ordine diretto”, ha detto in una intervista a Repubblica.

“Non credo che sia una coincidenza che la sua morte sia avvenuta a un mese esatto dalle presidenziali russe. Putin ha sempre temuto Aleksej e l’enorme forza delle sue parole”. Cosa dire a quei governi o partiti che non si smarcano dal Cremlino? “Che in Russia quelli come loro vengono chiamati ‘utili idioti’. O che probabilmente sono finanziati dal Cremlino. Dei fondi russi a Marine Le Pen del resto sappiamo bene. Le loro azioni contraddicono i loro interessi nazionali, gli interessi della democrazia. Perché Putin è un pericolo non soltanto per i russi, ma per tutto il mondo”.

 

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