AgenPress – “Non ho bisogno di fare cassa sul superbonus ma di limitare l’emorragia perché i nostri conti non la reggono e non produce quanto promesso, a livello di Pil”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite del Festival dell’economia a Trento, spiegando che “quello che stiamo facendo sul superbonus per molti è impopolare ma quando si viaggia a costi di 220 miliardi di euro, come il Pnrr, per ristrutturare il 4% degli immobili, una stretta la devi mettere altrimenti rischi di andare fuori controllo”.
Il decreto superbonus, dopo il disco verde dell’Aula del Senato arrivato il 16 maggio, ha avuto ieri il via libera anche della Camera. I sì sono stati 150, i no 109. Il provvedimento diventa legge.
Viene previsto che le detrazioni relative a spese sostenute nel 2024 relative al Superbonus, Bonus barriere architettoniche e Sismabonus (compreso il Sismabonus acquisti) sono ripartite in 10 quote annuali, anziché in 4/5 come oggi previsto.
Una norma che aveva provocato malumori e tensioni nella maggioranza.
Il decreto cambia ancora il panorama dei bonus per i lavori edilizi, anche con il coinvolgimento dei Comuni nei controlli. Prevede spese del superbonus detraibili non più in 4 ma in 10 anni. Stretta sui lavori di ristrutturazione, con il bonus casa che dal 2028 scenderà al 30%. Ma anche deroghe per i Comuni terremotati e le onlus, mentre per le banche arriva il divieto a compensare i crediti con i debiti previdenziali. Sul fronte delle tasse slitta l’entrata in vigore a luglio della sugar tax.
Le spese sostenute dal primo gennaio 2024 per il superbonus (ora al 70%, nel 2025 scenderà al 65%) potranno essere portate in detrazione (con la dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025) in 10 anni anziché in 4. Viene allungata a 10 anni (dagli attuali 5) anche la detraibilità per il sismabonus e il bonus barriere.
Questo meccanismo favorisce i contribuenti con una capienza fiscale minore, che in 4 anni avrebbero rischiato di perdere parte della spesa in eccesso; mentre penalizza chi ha più capienza fiscale, che dovrà attendere più tempo per essere rimborsato integralmente. Il governo stima un ammontare di detrazioni fruibili di quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025.
È destinata a ridursi nei prossimi anni l’agevolazione per i lavori di ristrutturazione di casa: dal 2028 al 2033 l’aliquota della detrazione per interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica scenderà al 30%. Il bonus è stato confermato nel 2024 al 50%, con un tetto di spesa detraibile di 96mila euro. Dal 2025, salvo proroghe, l’aliquota scenderà al 36%, con un tetto che dovrebbe scendere a 48mila euro.
Dal 2025 le banche non potranno più compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, pena il recupero del credito con interessi e una sanzione. Inoltre, banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti pagandoli meno del 75% del loro valore originario, dovranno ripartire le rate in 6 quote annuali, che non potranno essere cedute o ulteriormente ripartite.
Arriva un plafond di 400 milioni di euro per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016: potrà però essere usato solo per le nuove pratiche. La cessione e lo sconto per i crateri opereranno solo per ecobonus e sismabonus ma non per il ‘Superbonus rafforzato’.
Per il 2025 sono poi previsti un fondo da 35 milioni per gli interventi di riqualificazione energetica e strutturale realizzati in altre zone colpite dal sisma e uno da 100 milioni gli interventi degli enti del terzo settore, onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.