Medio Oriente. Crosetto: è in atto una pericolosa e tragica escalation. Israele e Hezbollah si muovono su un filo sottilissimo

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AgenPress –  “Abbiamo segnalato la necessità di una incisiva e rapida azione Onu perché Unifil eserciti una reale deterrenza all’uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente anche senza le forze libanesi. Non vi sfuggirà: o ci sono le forze Onu nel sud del Libano o ci sono i soldati israeliani e la differenza è chiara a tutti”.

Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, sottolineando che “dobbiamo riconoscere che Unifil non ha raggiunto gli obiettivi della risoluzione 1701”.

“La presenza dei soldati dell’Onu è l’unico elemento fondamentale per prevenire uno scontro diretto. I soldati sono e possono essere più un fattore di pacificazione. Mai come oggi noi e l’Onu abbiamo e dobbiamo avere un ruolo. L’Italia ha avviato una serie di contatti in accordo con Tajani con Guterres per sollecitare l’adozione di tutte le misure necessarie per la piena sicurezza del personale Unifil e l’operatività della missione che era l’unico modo per evitare quello a cui siamo arrivati”.

“Siamo stati gli unici che hanno chiesto conto all’Onu di cosa avveniva, rappresentando insidie e minacce e preconizzando quello che sarebbe accaduto”.

“La Difesa è pronta a fare la sua parte e qualora necessario è in grado di condurre operazioni di estrazione dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. Sono stati già preallertati assetti navali e aerei e il loro livello di prontezza è stato innalzato e adeguato”.

“Il livello di rischio per i nostri militari non è aumentato – ha aggiunto – perché non sono obiettivo di attacchi diretti. Ma la situazione è molto difficile e preoccupante per la possibilità di incidenti non voluti che non possono essere esclusi”

“Se il primo compito dei militari è garantire la libertà  il compito di chi guida le forze armate è garantire la sicurezza dei nostri militari. Siamo in contatto per monitorare ora dopo ora quello che succede lungo la blue line. La sicurezza dei nostri militari è la nostra principale priorità”.

“L’ho detto ai miei omologhi israeliani e libanesi . Va rispettato il ruolo e l’integrità di Unifil. In risposta all’escalation in corso sono stati aggiornati i piani di contingenza, prevedendo diversi scenari a seconda dell’evoluzione della minaccia. Nel luglio 2024 sono stati mandati esperti in operazioni anfibie per uno scenario non permissivo, prevedendo l’impiego di risorse anfibie. Abbiamo messo a disposizione mezzi di evacuazione strategici come navi e e aerei. Mai come in questo momento la sinergia tra Difesa ed Esteri è efficace nella difesa dei nostri cittadini”.

“Quella in atto è una pericolosa e tragica escalation, caratterizzata dal superamento progressivo di diverse linee rosse, nonostante gli appelli della comunità internazionale, non ultima l’Italia che ha cercato in ogni possibile modo il dialogo e lavorato per la tregua”.

“La scintilla è stata l’uccisione del leader di Hamas che stava presenziando alla cerimonia di giuramento del nuovo presidente iraniano. Israele e Hezbollah, il cui legame con Iran è evidente, si muovono su un filo sottilissimo e mai come ora il rischio di un conflitto sul campo è reale”.

“Un ulteriore aggravamento, peraltro già in atto, sarebbe foriero di gravi conseguenze. Lavoriamo per una soluzione diplomatica, unica via possibile. Negli ultimi mesi il conflitto aperto tra Israele ed Hezbollah è stato evitato grazie agli sforzi di tutti”.

“Abbiamo segnalato la necessità di una incisiva e rapida azione Onu perché Unifil eserciti una reale deterrenza all’uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente anche senza le forze libanesi. Non vi sfuggirà: o ci sono le forze Onu nel sud del Libano o ci sono i soldati israeliani e la differenza è chiara a tutti”.

“I bombardamenti israeliani” in Libano “hanno causato un elevato numero di vittime e feriti, sovraccaricando le strutture sanitarie e aggravando la crisi umanitaria, simile a quella di Gaza”.

“L’esodo massiccio di libanesi verso il nord del paese sta creando problemi di viabilità mettendo in difficoltà le già fragili forze armate libanesi – ha proseguito – al cui rafforzamento ci siamo impegnati comprendendone la crucialità già da tempi non sospetti anche se spesso siamo stati isolati e inascoltati nel farlo”. “Non possiamo e non vogliamo accettare una spirale di violenza senza fine – ha detto poi -. in uno scenario che non avrebbe né vincitori né vinti con incalcolabili conseguenze sul medio oriente e sugli equilibri mondiale”.

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