Migranti. Rama: con l’Italia un rapporto speciale, declinata l’offerta di altri paesi. I centri sono di competenza italiana

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AgenPress – “Sono esseri umani che devono essere accolti, registrati e sistemati in centri d’accoglienza costruiti secondo gli standard Ue, per poi passare l’iter procedurale della richiesta d’asilo in Italia in condizioni sicure e corrette dal punto di vista umanitario. Tutto un lavoro che sarà svolto dalle autorità italiane”.

Lo assicura, intervistato dalla Stampa, il premier albanese Edi Rama. “Questi migranti che arrivano sulle nostre coste sono esseri umani. L’accordo con l’Italia garantirà un meccanismo sicuro e conforme alle procedure. In una parola umanitario”.

“Non siamo coinvolti nella fattibilità di questa operazione, che ripeto è sulle spalle dello Stato italiano”. Al Corriere della Sera dice che “la parte albanese non ha alcun obbligo di verificare se le strutture siano pronte o meno, perché l’accordo prevede che tutto — dalla costruzione alla gestione dei centri e dell’intero processo di arrivo, fino a sistemazione, registrazione ed elaborazione delle domande dei migranti — sia di competenza della parte italiana. La capacità massima sarà di non più di 3 mila persone contemporaneamente”.

Edi Rama, ha ribadito di aver ricevuto delle richieste da altri Stati per raggiungere un’intesa analoga a quella firmata con l’Italia sui migranti, ma di aver declinato l’offerta. “Bisogna capire che il nostro rapporto con l’Italia è molto speciale, e risale a migliaia di anni fa” ha spiegato il premier sottolineando in particolare modo il “volume di interazioni” con Roma “negli ultimi 34 anni da quando siamo usciti dalla fossa infernale del regime comunista più spietato d’Europa, quando lasciammo le nostre coste a centinaia di migliaia e l’Italia aprì le braccia”. Rama ha poi ricordato il ruolo dell’Italia quando “venne a salvarci da una potenziale catastrofe finanziaria dopo la caduta degli schemi piramidali” o ancora l’aiuto offerto durante il terremoto del 2019 “quando i soccorritori italiani furono i primi ad arrivare e a rischiare la vita per salvare vite albanesi sotto le macerie. Se questo per l’Italia è stato un lavoro sporco, allora bisogna ricambiare”.

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