AgenPress – “L’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm annunciata da UniCredit nei giorni scorsi rappresenta un’operazione di mercato che si colloca in una fase storica di radicali cambiamenti del settore bancario sia a livello nazionale sia a livello europeo. È evidente che, di fronte a questo tipo di manovre, spetta agli azionisti di entrambi i soggetti valutarne la convenienza e decidere il futuro dei rispettivi gruppi“.
Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Tuttavia, non posso esimermi dal sottolineare alcune implicazioni che vanno ben oltre il mero dato economico. In primo luogo, non è la prima né sarà l’ultima operazione di questo genere, ma ogni fusione o acquisizione che riguarda il settore bancario italiano deve essere attentamente monitorata per il suo impatto sull’occupazione e, più in generale, sull’equilibrio socioeconomico dei territori coinvolti. L’industria bancaria italiana sta affrontando una transizione epocale, tra digitalizzazione accelerata, pressioni regolamentari e un contesto macroeconomico incerto. Pertanto, è cruciale che le decisioni aziendali non trascurino il fattore umano. Esprimo, quindi, forte timore per le ricadute occupazionali che potrebbero derivare dall’operazione. I numeri circolati finora sono preoccupanti e impongono una riflessione profonda. Le strategie mirate al rafforzamento competitivo non devono tradursi in un prezzo sociale non accettabile per le lavoratrici e i lavoratori, per le loro le famiglie e per le comunità locali. Ogni piano industriale derivante dall’integrazione tra due istituti deve essere gestito con responsabilità e deve prevedere garanzie concrete per la tutela dei posti di lavoro e un impegno chiaro per minimizzare gli impatti negativi. Da questo punto di vista, il sindacato sarà, come sempre, unito, vigile e pronto a intervenire con determinazione per difendere i diritti dei lavoratori. La storia recente ci insegna che la difesa dell’occupazione non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche un elemento fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine delle banche stesse, che devono mantenere il loro radicamento nei territori e preservare un rapporto fiduciario con la clientela”.