Con l’inizio del nuovo anno scolastico, la prima anticipazione del Dossier Statistico Immigrazione 2025, che IDOS presenterà il prossimo 4 novembre. In 11 anni gli studenti italiani sono calati del 12,5%, mentre quelli con cittadinanza straniera sono cresciuti del 16,0%; e due terzi sono nati in Italia. Una riflessione sul nuovo contesto formativo e culturale che li attende nelle aule
AgenPress. Per il dibattito su “scuola e immigrazione” che anno scolastico sarà quello che, tra il 15 e il 16 settembre, sarà iniziato in tutte le regioni? Il rischio è che diventi “l’anno del ritorno alla centralità dell’identità nazionale nei programmi scolastici”, risponde il Dossier Statistico Immigrazione 2025, che il Centro Studi e Ricerche IDOS presenterà il prossimo 4 novembre a Roma e in tutte le regioni e province autonome d’Italia.
Il rapporto contiene due capitoli sul sistema formativo, uno dei quali elabora e presenta gli ultimi dati disponibili sulla presenza di studenti di nazionalità straniera. In esso si parte innanzitutto dal contesto culturale: dopo circolari ministeriali particolarmente avanzate, negli anni Novanta e Duemila, in materia di educazione interculturale, oggi le “Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione”, che entreranno in vigore nell’a.s. 2026/2027, investono la scuola del compito di creare i nuovi italiani, “al di là delle loro origini”, affinché corrispondano “a una supposta e compatta identità, coincidente con la nazione italiana e rappresentata dalla sua lingua, la sua geografia, la sua letteratura, il suo passato”.
Insomma, rileva il Dossier, se “non si è più tornati − come periodicamente avvenuto negli anni passati − a proporre forme di contingentamento degli alunni con cittadinanza straniera nelle classi, tramite soglie numeriche o spazi separati”, è come se si fosse “alzato il tiro optando per un intervento più direttivo sui contenuti dell’insegnamento”.
QUANTI SONO E COSA SCELGONO
Intanto, nelle aule scolastiche continua tutte le mattine a entrare il mondo. Senza considerare i moltissimi alunni di origine immigrata diventati italiani, negli ultimi 11 anni la presenza di studenti con cittadinanza straniera è cresciuta del 16,0% a fronte di un calo del 12,5% degli autoctoni, arginando oltretutto l’inesorabile emorragia che ha portato il totale di alunni dai quasi 9 milioni del 2014 ai circa 8 milioni di oggi (-9,9%).
Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi all’a.s. 2023/2024, gli alunni stranieri sono 931.323, pari all’11,6% del totale: un’incidenza di molto superiore a quella del totale degli immigrati sulla popolazione italiana (8,9%). E quasi due terzi di questi scolari (65,2%, pari a oltre 607mila unità) sono nati in Italia: 11 anni fa erano poco più della metà (51,7%). La metà degli iscritti stranieri si distribuisce nelle 5 principali cittadinanze: romena, albanese, marocchina, cinese ed egiziana; i restanti si ripartiscono in molte decine di altre nazionalità.
A livello continentale, il 42,9% degli alunni stranieri ha la cittadinanza di un Paese europeo (i soli comunitari incidono per quasi un quinto), il 27,8% dell’Africa, il 20,7% dell’Asia e l’8,5% dell’America (quasi esclusivamente Latina). Dopo le scuole medie, solo meno di un terzo degli alunni stranieri (32,9%) sceglie di proseguire gli studi in un liceo, mentre gli altri prediligono istituti tecnici (39,3%) o professionali (27,9%), dove la loro incidenza tra gli iscritti è quasi 3 volte superiore che nei licei (14,7% contro 5,4%).
Inoltre la scuola continua a due velocità: ancora nell’a.s. 2022/2023 la quota di alunni stranieri in ritardo scolastico (26,4% con picco del 48,0% nelle scuole superiori) era 3 volte superiore a quella degli italiani (7,9%, con punta del 16,0% alle superiori).