Esce “Il prezzo della guerra”, libro che racconta quanto costa fare la guerra, chi la finanzia, chi ci guadagna e chi ne subisce le conseguenze

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AgenPress. In un’epoca segnata dai conflitti bellici e dal riarmo europeo, Il prezzo della guerra, di Andrea Bignami e Paolo Balduzzi, offre uno strumento unico per comprendere le trasformazioni economiche che ne conseguono. Un saggio rigoroso e divulgativo, scritto a quattro mani da un economista e un giornalista economico, che conduce il lettore attraverso secoli di guerre per riflettere su una domanda: cosa accade davvero all’economia di un paese quando scoppia una guerra?

Questo saggio – documentato come una lezione universitaria, ma scritto con il passo incalzante della cronaca – non parla di battaglie, ma di bilanci; non di eroi e generali, ma di dati di produzione e catene di approvvigionamento: Perché la guerra è un fatto economico e l’economia è un fatto di guerra. Un libro necessario per chi vuole capire il lato meno indagato dei conflitti passati e contemporanei: l’impatto economico.

«Quando scoppia un conflitto, una società non mobilita soltanto uomini e mezzi militari; essa rialloca il capitale, ridefinisce le priorità tecnologiche, riconfigura le catene di approvvigionamento e i processi produttivi, accetta il razionamento dei consumi e l’imposizione di nuove tasse, e infine sconvolge gli equilibri del debito pubblico e della moneta. La guerra, in altre parole, non è un’interruzione dell’ordine economico, ma una sua violenta e radicale riorganizzazione».

Le guerre, anche quando all’apparenza sono molto lontane da noi, improvvisamente possono diventare vicinissime. Così i conflitti s’insinuano nella vita quotidiana, nei prezzi al supermercato, nelle bollette, nei bilanci pubblici e nei salari.  Perché, scrivono gli autori, «anche le guerre meno convenzionali, come la guerra al terrorismo, hanno comportato significative spese militari e di sicurezza che hanno rimodellato le priorità economiche nazionali».

Dalle guerre puniche alle sanzioni alla Russia fino al piano ReArm Europe, pagina dopo pagina, il lavoro mostra come ogni guerra, antica o contemporanea, lasci un’impronta duratura sull’economia. Debito pubblico, inflazione, crisi energetiche, mercati neri.

“Se dobbiamo investire in difesa meglio farlo investendo nel proprio tessuto industriale e in tecnologia che diano un vantaggio anche al settore civile, il cosiddetto “dual use”.

Biografie:

Andrea Bignami – caporedattore di Sky tg24, coordina la redazione economica ed è autore e conduttore di Sky tg24 Economia. Laurea in Economia Politica in Cattolica, è media fellow dell’Institute For European Policymaking della Università Bocconi. Inizia la carriera con il sito Miaeconomia di Alan Friedman e, successivamente, con il programma omonimo di La7, condotto da Sarah Varetto. Dal 2008 al 2014 lavora in Rai, prima come inviato di Ballarò di Giovanni Floris e poi come autore de La Storia Siamo Noi di Giovanni Minoli.

Paolo Balduzzi – Ricercatore e docente di Scienza delle finanze presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano), ha insegnato all’University of Edinburgh e all’Università di Milano-Bicocca. È stato membro di Commissioni ministeriali per la revisione della spesa e il federalismo differenziato. Giornalista pubblicista, è membro della redazione del sito di informazione economica Lavoce.info e dal 2017 è editorialista presso Il Messaggero.

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