Europa e asset finanziari digitali: il ruolo delle criptovalute nella diversificazione del portafoglio

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress. La crescente rilevanza degli asset finanziari digitali – in particolare le criptovalute – nel panorama finanziario europeo è ormai un fatto consolidato. Non si tratta più solo di un fenomeno di nicchia o di pura speculazione: sempre più investitori, sia privati sia istituzionali, iniziano a considerare i cripto-asset come una componente strutturale del proprio portafoglio.

Un’approfondita analisi condotta da Bitpanda Technology Solutions in collaborazione con Zeb Consulting, su circa 10.000 investitori in 13 Paesi europei, evidenzia come oltre l’80% degli operatori finanziari ritenga le criptovalute rilevanti nel mercato finanziario attuale. Un dato che mostra chiaramente quanto questo settore stia diventando parte integrante delle strategie di investimento.

Il gap tra domanda e offerta

Nonostante il crescente interesse, l’adozione delle criptovalute è ancora incompleta: solo una parte degli operatori offre la possibilità di investire direttamente in cripto-asset. Il divario tra domanda e offerta rimane ampio, soprattutto se si considera che il 30% degli investitori retail preferirebbe acquistare criptovalute direttamente tramite un istituto bancario tradizionale. La fiducia negli intermediari tradizionali continua quindi a rappresentare un fattore chiave.

In questo contesto, il regolamento europeo MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation) rappresenta un elemento abilitante fondamentale. Introducendo regole comuni e trasparenti, MiCAR potrà incentivare una partecipazione più convinta da parte delle istituzioni finanziarie, colmando così una parte del gap normativo che ancora frena il mercato.

Criptovalute e diversificazione

Oggi, molti investitori si interessano alle criptovalute anche per diversificare il proprio portafoglio finanziario. Secondo i dati di Bitpanda, il 43% degli investitori considera gli asset digitali come strumenti utili per una strategia di lungo termine o, appunto, per diversificare gli investimenti. Una visione che segna il passaggio da un approccio puramente speculativo a una logica indubbiamente più strutturata.

In quest’ottica, cresce anche l’interesse per strumenti alternativi ai nomi storici. Accanto a Bitcoin ed Ethereum, si stanno affermando cripto-asset come XRP, BNB, Solana e molte altre soluzioni emergenti. Alcuni investitori, per esempio, mostrano curiosità nel voler comprare XRP, un token che si distingue per l’elevata velocità di transazione e per il suo utilizzo nei trasferimenti internazionali. Anche in questi casi, la componente informativa e la trasparenza diventano elementi essenziali per una scelta consapevole.

Un mercato potenzialmente enorme, ma serve più consapevolezza

Si deve considerare anche il dato relativo al patrimonio disponibile: in Europa si stimano circa 25.000 miliardi di euro in asset liquidi, distribuiti tra 411 milioni di investitori. Una massa enorme, che potrebbe accelerare ulteriormente l’integrazione delle criptovalute nei portafogli.

Si deve però sottolineare anche il fatto che il 47% degli investitori segnala carenze di conoscenza e il 42% considera le criptomonete ancora troppo rischiose. È qui che si gioca una partita fondamentale per il futuro del settore: solo attraverso una combinazione di trasparenza, formazione e regolamentazione sarà possibile superare le diffidenze residue.

Ecco quindi che le banche che riusciranno a offrire strumenti regolamentati, affiancati da contenuti informativi chiari e aggiornati, potranno intercettare un bisogno reale e ancora largamente insoddisfatto.

In definitiva, l’Europa delle criptovalute è già una realtà in movimento: chi saprà leggere il cambiamento potrà trarne vantaggio, contribuendo allo sviluppo di un ecosistema più solido e maturo.

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -