Dalla Grande Guerra alle Missioni Esterne: così i Soldati Italiani lontano dai confini nazionali Onorano il 4 Novembre

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AgenPress. Quest’anno, la Fondazione rinnova il suo impegno proponendo un nuovo sguardo sulla ricorrenza: chiedendo ai rappresentanti dei propri organismi di raccontare come il 4 novembre venga vissuto, anche a migliaia di chilometri dai confini nazionali. Tra i contributi più significativi emerge quello del Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Diella, che ci porta nelle basi NATO all’estero, dove i militari italiani onorano la giornata con lo stesso spirito di memoria, riconoscenza e servizio alla Patria.

4 novembre – Il Giorno della Memoria e della Riconoscenza

Viviamo giorni di grande incertezza, caratterizzati da scenari internazionali complessi e in rapido mutamento. Vecchi e nuovi attori, statuali e non, cercano di imporsi o riprendersi spazio sulla scena mondiale. La competizione è globale e multidimensionale: cultura, economia, società, tecnologia e dimensione militare vengono utilizzate per mettere in discussione le regole che hanno governato i rapporti internazionali negli ultimi ottant’anni. Purtroppo, non si è temuto nemmeno di risvegliare la guerra e i suoi orrori, come ci ricordano quotidianamente le notizie sui giornali e in televisione.

E allora, in questi giorni di pace fragile, ha ancora senso celebrare la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate?

Memoria e riconoscenza: il 4 novembre si rinnova nel tempo.

Il 4 novembre 1918 segnava la fine della Prima Guerra Mondiale per il nostro Paese. Con l’Armistizio di Villa Giusti, l’Esercito Italiano completava il processo di unificazione nazionale, pagando un prezzo altissimo in sangue e dolore. È una data che non esalta la guerra, ma ricorda la pace conquistata. È un giorno di memoria – per chi cadde per un’Italia libera e unita – e di riconoscenza per chi, in tempi difficili, servì il Paese in uniforme.

In un’epoca in cui la pace appare fragile e il disordine internazionale si affaccia nuovamente all’orizzonte, la memoria di quei giorni ci aiuta a riaffermare con rinnovato vigore i valori di libertà, democrazia e solidarietà. La riconoscenza diventa un ponte con il passato e ci permette, nel nostro quotidiano, di ringraziare chi sacrificò tutto, anche la propria vita.

Ogni giorno, nelle nostre città – in metropolitana, in stazione, per strada – incrociamo gli occhi vigili dei soldati dell’Esercito Italiano impegnati nell’Operazione “Strade Sicure”. Questi uomini e donne, così come coloro che, lontano dalle famiglie, tutelano la sicurezza internazionale dal Libano al Kosovo, dalla Bosnia all’Iraq, dalla Libia alla Somalia, incarnano gli stessi valori e la stessa dedizione di chi sacrificò la propria vita nella Grande Guerra, nella Seconda Guerra Mondiale o nelle numerose altre missioni dell’Esercito Italiano, in Patria e all’estero. La riconoscenza per il loro servizio ci unisce idealmente a chi li ha preceduti. Memoria e riconoscenza rinnovano nel tempo i sentimenti e le virtù che l’Italia celebra nella Giornata del 4 novembre.

La Pace non è un dono, è un servizio

L’Esercito Italiano, così come le nostre Forze Armate, è l’energia silenziosa che garantisce la sicurezza dei cittadini, che opera accanto alle istituzioni, che protegge le nostre città e che, lontano dai riflettori, porta l’immagine migliore dell’Italia nel mondo. Il soldato italiano opera e si prepara, pronto a salvaguardare l’Italia e i suoi interessi in tutti gli scenari di possibile conflitto, anche ad alta intensità.

Proprio per questo, l’Esercito è presente oggi, sotto la bandiera della NATO, in Bulgaria, Lettonia e Ungheria. L’Italia, fedele agli impegni presi, contribuisce così alla sicurezza della collettività internazionale, consapevole che la stabilità e la pace tra le Nazioni si assicurano solo attraverso la cooperazione tra gli Stati. Tutti i soldati italiani impiegati nel contesto dell’Alleanza hanno piena coscienza dell’altissimo compito loro assegnato: dai militari che si addestrano con il personale di altri eserciti, a chi lavora all’interno dei Comandi NATO multinazionali, le donne e gli uomini dell’Esercito Italiano incarnano lo stesso amore per la Patria dei loro commilitoni che servirono sul Carso o sul Piave.

La multidimensionalità del confronto internazionale ha generato nuovi rischi, e il ritorno della guerra così vicino a noi impone all’Esercito l’acquisizione di nuove capacità. Solo in questo modo l’Esercito Italiano può essere pronto a difendere l’Italia da qualsiasi minaccia e costituire un presidio efficace della pace, fedele alla Costituzione Repubblicana e al Tricolore. La pace va difesa sempre e il servizio del soldato italiano a questo si ispira.

Grazie per il tuo servizio, Soldato d’Italia

Esiste un modo concreto e semplice di celebrare la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, riunendo memoria e riconoscenza in un solo gesto. Se incrociamo un soldato di “Strade Sicure” mentre stiamo andando al lavoro o, da turisti, girovagando in una delle nostre meravigliose città, avviciniamoci a lui e diciamogli: “Grazie per il tuo servizio”.

Lo stesso vale se, in aeroporto, ci capita di imbatterci in una lunga fila di soldati in partenza per una missione all’estero, o se sullo stesso autobus serale, tornando a casa, scorgiamo un militare che rientra in famiglia al termine del servizio. Con questo semplice gesto ringraziamo l’intera schiera di donne e uomini in uniforme che, in passato come nel presente, ha onorato e onora l’Italia, dando loro forza e determinazione per continuare a farlo anche in futuro.

Il ruolo della Fondazione Insigniti OMRI

La Fondazione Insigniti OMRI promuove le ritualità civili della Repubblica come momenti capaci di rafforzare il senso di appartenenza alla Patria, anche quando questa appartenenza si vive lontano dai confini nazionali. Raccontando come i militari italiani in servizio presso le basi NATO celebrano il 4 novembre, la Fondazione mostra che queste ricorrenze non sono semplici formalità: sono strumenti di memoria e riconoscenza, capaci di trasmettere valori di servizio, dedizione e cittadinanza attiva. In questo modo, la Fondazione contribuisce a unire generazioni diverse, a consolidare l’orgoglio nazionale e a ricordare che, ovunque siano impegnati, gli uomini e le donne delle Forze Armate portano avanti quotidianamente l’impegno di difendere la Patria e promuovere la pace.

 

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