Drastico calo dell’affluenza alle Elezioni Regionali in Veneto, Campania e Puglia

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AgenPress. Nella tornata elettorale regionale le tre Regioni — Veneto, Campania e Puglia — registrano un calo sostanziale della partecipazione rispetto alle elezioni del 2020.

A livello complessivo, considerando tutte e tre le Regioni, l’affluenza alle 23 del primo giorno è stata del 31,96%, rispetto al 41,53% registrato nel 2020.

Diversi fattori potrebbero aver contribuito a questa significativa disaffezione al voto:

1. Astensionismo crescente
Il dato complessivo molto basso (31,96%) suggerisce una partecipazione elettorale debole, che può indicare una crescente sfiducia o disinteresse nei confronti della politica regionale.

2. Effetto “nessuna novità”
In Veneto, ad esempio, si chiude l’era di Luca Zaia (complice la sua lunga presenza), mentre in Campania e Puglia si cambia dopo anni di governi consolidati. Questo può aver indotto gli elettori a sentirsi meno motivati, se percepiscono poca innovazione reale.

3. Competizioni politiche meno mobilitanti
Potrebbe esserci stata una minore mobilitazione politica rispetto al passato, sia nel coinvolgimento elettorale della base sia nella campagna elettorale stessa, con un impatto sull’affluenza.

4. Stanchezza da tornate elettorali
L’anno 2025 è stato ricco di elezioni (regionali, amministrative, ecc.): un “affaticamento democratico” può portare a una minore partecipazione quando ci sono troppe consultazioni ravvicinate.

5. Contesto sociale ed economico
Crisi economica, disillusione verso le istituzioni, percezione di scarsa efficacia delle giunte regionali potrebbero aver disincentivato il voto.

Il calo dell’affluenza ha potenziali implicazioni importanti:

Legittimazione del governo: Governatori eletti con una bassa partecipazione possono trovarsi con una “legittimità democratica” più debole agli occhi di parte dell’opinione pubblica.

Incentivo all’azione dei partiti: I partiti potrebbero dover riflettere su come ri-mobilitare gli elettori e contrastare l’astensionismo nelle future tornate elettorali.

Rischio di disconnessione tra istituzioni e cittadini: Una bassa partecipazione sistematica può segnalare una disaffezione stabile, che nel lungo termine indebolisce il legame tra elettori e istituzioni regionali.

Possibili effetti futuri sulle politiche regionali: Se l’astensionismo diventa una costante, le politiche regionali potrebbero essere pensate tenendo conto solo di una parte relativamente piccola del corpo elettorale, potenzialmente trascurando le esigenze di chi non vota.

Le elezioni regionali del 2025 in Veneto, Campania e Puglia mostrano un dato allarmante per la democrazia locale: una discesa drastica dell’affluenza rispetto al 2020. La partecipazione si è contratta di decine di punti percentuali nelle tre regioni, segnalando non solo un momento di crisi elettorale, ma anche una sfida più ampia per la rappresentatività e la legittimazione delle istituzioni regionali.

Per i partiti, per le istituzioni e per la società civile, il tema dell’astensionismo non può più essere ignorato: è urgente capire non solo quanto la gente non voti, ma anche perché non lo fa.

 

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