AgenPress. “Un grandissimo orgoglio che il premio San Marco 2025 venga conferito ad appartenenti alla nostra amministrazione”. Così il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, commenta in un videomessaggio i riconoscimenti del Comune di Venezia per la festa del Santo patrono a un educatore, due poliziotti penitenziari e un detenuto della Casa circondariale di Santa Maria Maggiore: Ferdinando Ciardiello, Rosario Piletto, Alessandro Serra e Matteo Buriollo. La cerimonia oggi pomeriggio a palazzo Ducale; a consegnare i premi, il Direttore dell’Istituto, Enrico Farina.
Ferdinando Ciardiello, Capo Area educativa, viene premiato per l’impegno nella promozione di percorsi rieducativi e di reinserimento sociale per le persone ristrette.
“Il primo obiettivo di questo governo e di questo Ministero – dice Nordio – è dare attuazione alla norma costituzionale della rieducazione del detenuto, e questo si può fare tramite il lavoro, l’attività fisica e lo sport; ma anche con un grande ausilio del personale penitenziario. In questo il dottor Ciardiello si è dimostrato un elemento di assoluta eccellenza”.
Il premio San Marco 2025 anche a Rosario Piletto e Alessandro Serra, Assistenti Capo Coordinatori di Polizia penitenziaria della Flotta navale e autori di un gesto particolarmente coraggioso. Il 18 gennaio scorso, i due poliziotti hanno infatti salvato una persona che stava annegando nel Canal Grande. “Un’opera eroica in acque perigliose”, dice Nordio, “che merita questo riconoscimento”.
“Motivo di particolare orgoglio” è per il Ministro la premiazione di Matteo Buriollo, detenuto di Santa Maria Maggiore che, grazie a un protocollo tra l’Amministrazione penitenziaria e la Biennale, ha contribuito ai lavori di allestimento delle sedi dell’81ᵃ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Collaborazioni tra enti come queste segnano “l’inizio di un percorso – prosegue il Guardasigilli – che dà ai detenuti la possibilità di esprimere le loro facoltà, le loro capacità, le loro buone volontà in vista del reinserimento sociale, che è l’obiettivo ultimo della nostra azione”.
Nordio ricorda l’importanza di apprendere e trovare un lavoro non solo durante la permanenza in carcere, ma dopo l’uscita, “per evitare di rientrare in quella che Papa Francesco chiamava la cultura dello scarto”, sottolinea.