Elon Musk lancia “American Party”: il nuovo movimento politico tra tecnologia, libertà e patriottismo

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AgenPress. Elon Musk ha ufficialmente annunciato la fondazione di un nuovo partito politico statunitense chiamato “American Party”, durante un evento trasmesso in diretta dalla sede di SpaceX in Texas.

Il magnate sudafricano naturalizzato statunitense, già CEO di Tesla, SpaceX, Neuralink e fondatore della piattaforma X (ex Twitter), irrompe così sulla scena politica con un progetto ambizioso: rifondare il concetto di “sogno americano” attraverso un partito post-ideologico, populista-tecnocratico, che punta su libertà individuale, innovazione e sovranità nazionale.

Durante il discorso di presentazione, Musk ha dichiarato:

“L’America ha bisogno di un aggiornamento. I vecchi partiti sono come software obsoleti: corrotti, lenti e incapaci di adattarsi al futuro. L’American Party è la versione 2.0 della democrazia americana.”

I punti chiave del programma del nuovo partito includono:

  • Libertà di espressione assoluta, anche nelle piattaforme digitali, con forti critiche alla “cultura della cancellazione” e alla moderazione dei contenuti online.
  • Taglio della burocrazia federale, con la digitalizzazione integrale del governo e l’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione.
  • Decentralizzazione e autonomia statale, con un ritorno ai “principi originali” della Costituzione americana.
  • Sviluppo tecnologico prioritario, con investimenti massicci in energia nucleare, intelligenza artificiale, spazio e neurotecnologie.
  • Immigrazione meritocratica, con un sistema di visti per “menti brillanti”, ma severi controlli ai confini per il resto.
  • Opposizione al “woke capitalism”, con una critica alla politicizzazione delle grandi aziende.

Musk non ha annunciato formalmente una sua candidatura alla presidenza, ma ha lasciato intendere che l’American Party correrà alle elezioni del 2028, e non ha escluso “azioni più immediate” in caso di crisi politica. Si parla già di una possibile lista di candidati alle prossime elezioni di medio termine e di alleanze con indipendenti e repubblicani dissidenti.

Tra i primi sostenitori ci sarebbero Peter Thiel, l’imprenditore libertario già co-fondatore di PayPal, e diversi ex dirigenti di Silicon Valley. Il movimento ha già superato i 10 milioni di follower sulla piattaforma X e ha avviato una raccolta fondi record.

La nascita dell’American Party ha diviso l’opinione pubblica. I sostenitori parlano di una “rivoluzione necessaria” in un sistema politico bloccato e autoreferenziale. I critici, invece, vedono nel partito un esperimento populista ad alta tensione tecnologica, con il rischio di un’ulteriore concentrazione di potere nelle mani di un’unica figura.

Il senatore democratico Bernie Sanders ha commentato duramente:

“Musk è un miliardario che vuole comprare anche la democrazia americana. Questo non è progresso, è oligarchia 4.0.”

Al contrario, alcuni repubblicani come il governatore della Florida Ron DeSantis hanno aperto a possibili convergenze, definendo il partito “una scossa salutare al sistema politico.”

Il debutto dell’American Party segna un nuovo capitolo nell’incontro tra tecnologia e politica. Resta da vedere se Musk riuscirà davvero a trasformare il suo enorme potere economico e comunicativo in un’influenza politica duratura – o se si tratterà solo dell’ennesimo esperimento effimero nell’era delle personalità globali.

 

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