AgenPress. “Credo che sia importante veramente avere i tempi e capire chi rispetta le tempistiche in relazione alla classe di priorità. Dobbiamo poi capire qual è l’entità dei ritardi sull’erogazione, e dobbiamo poi capire bene se qualcuno ha ancora le agende chiuse. Credo che da questo possiamo partire per migliorare il servizio, perché possiamo verificare nelle varie regioni quelli che sono i motivi di un disservizio e di un allungamento inaccettabile delle liste d’attesa, ma anche se manca il personale, se c’è una disorganizzazione dei servizi, se mancano dei macchinari ad hoc per eseguire qualche esame. Credo che poi sia utile ricordare che se ci sono delle esigenze scattano i poteri sostitutivi da parte del ministero, questo sempre per aiutare e supportare le regioni nell’interesse unico dei cittadini. C’è ancora molto da fare”.
SSN: Più fondi, ma spendere meglio quelli che ci sono
“Servono sicuramente più risorse però bisogna essere efficienti, dobbiamo capire che le risorse non sono illimitate. Mi batterò, come ho sempre fatto, per avere più fondi però bisogna far sì che i soldi messi a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale siano spesi bene, sia quelli che ci sono, sia quelli che arriveranno. Sulle liste d’attesa non è solo un problema economico è anche un problema di organizzazione, avere più risorse senza una programmazione efficiente però non porta a buoni risultati e rischia di sprecare i fondi e farli andare magari in tanti rivoli d’inefficienza su questo bisogna vigilare con attenzione”.
Non vogliamo scontro con Regioni ma collaborazione
“Sui poteri sostitutivi abbiamo discusso con le regioni e siamo arrivati ad un accordo, ed è un qualcosa che serve sempre per migliorare i servizi, non è uno scontro tra ministero e regioni, ma è una collaborazione. Se le regioni hanno qualche difficoltà in qualche settore specifico può intervenire il ministero per un breve periodo con i poteri sostitutivi per aiutare a risolvere la criticità, perché penso ad esempio proprio ai tanti problemi che ancora affliggono le liste d’attesa. Anche oggi che c’è la massima collaborazione con le regioni, è un gioco di squadra e questo perché dobbiamo pensare alla salute pubblica, alla salute dei cittadini in un’Italia in cui il servizio sanitario nazionale rappresenta uno dei pilastri internazionali della nostra Repubblica. Il nostro servizio sanitario nazionale è invidiato all’estero, che però dopo 47 anni della sua istituzione ha bisogno di una sua modernizzazione e ha bisogno di servizi diversi perché la popolazione italiana investe”.
Necessaria riforma strutturale SSN
“È chiaro che va fatta una riforma strutturale perché il Servizio Sanitario Nazionale dopo 47 anni deve essere ammodernato rispettando però quelli che sono i principi base che sono l’universalità e la gratuità delle cure. Abbiamo preparato due collegati alla finanziaria, uno che presenteremo a breve che riguarda il riordino delle professioni sanitarie che è un mondo che è cambiato, la sanità del terzo millennio ha bisogno di avere dei professionisti sanitari nuovi con competenze diverse ed adeguate e l’altro sul rafforzamento della rete ospedaliera e della rete territoriale, questo serve veramente per efficientare il sistema”.
Sui gettonisti serve cambio di paradigma
“Dobbiamo riparlare bene con le Regioni e far si che ci sia un’adeguata programmazione, è importante che questo fenomeno finisca. Il fenomeno dei gettonisti può essere tollerato per non mettere in difficoltà alcuni reparti particolamente critici, ma ormai sono due anni che ne parliamo e ci vuole un cambio di paradigma”.
Piano nazionale salute mentale: E’ pronto, presto alle Regioni per approvazione
“Ritengo che aver messo uno psichiatra di fama internazionale a capo del Consiglio Superiore di Sanità sia un chiaro intento del Ministero della Salute, ed anche il mio, di guardare con attenzione ai disagi psicologici ed alla malattia psichiatrica che purtroppo riguarda un numero crescente, soprattutto di giovani. Il professor Siracusano è il coordinatore del tavolo che ha lavorato per due anni al Ministero al Piano nazionale sulla salute mentale, che, dopo tredici anni, è pronto e verrà inviato a breve alla conferenza Stato-Regioni per l’approvazione. Ovviamente sarà importante anche finanziare adeguatamente il Piano, cosa che faremo nella prossima legge di bilancio, perché non vogliamo lasciare soli soprattutto i giovani e le famiglie di fronte al disagio che interessa purtroppo sempre più ragazze e ragazzi nel nostro Paese”.
Lo ha detto Orazio Schillaci, ministro della Salute, a 24 Mattino su Radio 24.