Migranti. Oim, 11 mila quelli riportati in Libia, non è un porto sicuro

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AgenPress – Quest’anno almeno 900 persone sono annegate nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee, alcune a causa di ritardi nei soccorsi. Più di 11.000 altri migranti sono stati riportati in Libia, in un paese dove possono rischiare di subire violazioni dei diritti umani, detenzione, abusi, tratta e sfruttamento, come documentato dalle Nazioni Unite.

La scrive l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

Dall’inizio di ottobre circa 1.900 migranti sono stati intercettati in mare e riportati in Libia mentre almeno 780 dei migranti arrivati in Italia nello stesso periodo provengono dalle coste libiche.

Il peggioramento delle condizioni umanitarie dei migranti detenuti in centri sovraffollati, i diffusi arresti arbitrari e la detenzione, le estorsioni e gli abusi sono allarmanti. In assenza di ogni sicurezza per i migranti riportati nel Paese, la zona di ricerca e soccorso libica deve essere ridefinita per consentire agli attori internazionali di condurre operazioni di salvataggio.

L’OIM sostiene che la Libia non è un porto sicuro e ribadisce il suo invito alla comunità internazionale e all’Unione europea a intraprendere azioni urgenti e concrete affinché i migranti non vengano più riportati in questo paese.

Le continue restrizioni al lavoro delle ONG che conducono operazioni di soccorso devono essere immediatamente rimosse e i loro interventi devono essere riconosciuti quali attività che rispondono all”imperativo umanitario di salvare vite umane.

 

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