AgenPress – Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov, noti come ‘Vovan e Lexus’, gli autori della telefonata fake a Giorgia Meloni in una intervista a Repubblica non vogliono dire come sono riusciti a raggiungere Giorgia Meloni. “Preferiamo non dirlo. Non vogliamo mettere nei guai le persone che sono state coinvolte. Palazzo Chigi sa com’è successo. O almeno spero. Se non lo sa, vuol dire che ha un problema di sicurezza. È stata lei a chiamarci all’orario concordato. Non è l’ufficio della premier ad avere colpe. Grandi colpe. Siamo noi che sappiamo fare il nostro lavoro”.
Per arrivare a Meloni ci sono voluti “circa due giorni”. Perché lei? “È interessante e molto espressiva. Non è un robot. È una donna vivace. Abbiamo tagliato giusto i noiosi convenevoli iniziali”. Certo non chiameremo mai Putin. “Non siamo mai riusciti a raggiungere Joe Biden o Putin. Il loro livello di sicurezza è troppo alto”.
“Non concordiamo nulla. Capiamo da noi quali conseguenze potrebbe avere una telefonata. Non chiameremmo mai un leader arabo. O Kim Jong-un. Molta gente è sparita in Corea del Nord. Non vorremmo mai essere responsabili della “scomparsa” di qualcuno. Conosciamo le linee rosse e non le superiamo. Le autorità non commentano quello che facciamo”.
“Legame con i servizi russi? Escluso. Sappiamo come funzionano i protocolli, sappiamo come sfruttare i bachi nella sicurezza. Non vuol dire che, nel caso italiano, il protocollo fosse sbagliato”.
“Non siamo in contatto con i servizi né russi né stranieri. E men che meno, siamo agenti segreti. Agenda politica? La nostra è un’agenda giornalistica. Chiamando Meloni, non volevamo incidere sulla politica italiana. Stiamo solo cercando di capire che cosa pensino davvero i politici europei della crisi ucraina”.