Corte d’Appello: su carta d’identità scrivere genitore 1 e 2. Magi: bocciato il decreto omofobo e discriminatorio di Salvini

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AgenPress –  “La Corte d’Appello di Roma smentisce” un decreto del Ministero dell’Interno del 2019, guidato all’epoca da Matteo Salvini “e lo condanna ad applicare la dicitura ‘genitori’ o altra dicitura che corrisponda al genere del genitore sulle carte d’identità elettroniche rilasciate a persone minorenni”.

E’ quanto annuncia in una nota l’associazione Famiglie Arcobaleno aggiungendo che i giudici di secondo grado capitolini hanno “ribadito un concetto molto semplice: sulla carta d’identità di un bambino/bambina non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile”.

Il segretario di Più Europa Riccardo Magi commenta la decisione affermando che “avevamo ragione noi, insieme a tutte le Associazioni che tutelano i diritti delle famiglie arcobaleno: la dicitura Genitore 1 e Genitore 2 sui documenti dei minori è legittima e corretta. A confermarlo è la Corte d’Appello di Roma, che ha ribadito che nei documenti d’identità delle bambine e dei bambini non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile. In sostanza è stato bocciato il decreto omofobo e discriminatorio di Salvini del 2019, con cui la Lega ha tentato di annullare e nascondere per via legislativa la pluralità dei tanti tipi di famiglia che per fortuna esistono nella società e che vanno tutelati, che piaccia o meno a Salvini”.

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