AgenPress – Il nuovo governo dei talebani in Afghanistan “senza alcun dubbio, sarà un governo islamico. Qualunque sia la combinazione, che sia islamico è garantito”. Lo ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid, tornato a escludere che nel prossimo governo ci possano essere donne ministro: “Seguendo i comandamenti del Corano e sotto la legge della sharia, le donne potrebbero, ad esempio, lavorare nei ministeri, nel corpo della polizia o, ad esempio, nella magistratura come assistenti. Vedo le donne protagoniste della società afghana. Abbiamo tantissime donne che lavorano negli ospedali, sono delle bravissime e valide infermiere”.
Mujahid ha aggiunto di sperare che le discussioni e le consultazioni sulla formazione dell’esecutivo portino a una buona conclusione. I talebani si apprestano a nominare il leader religioso Haibatullah Akhundzada come suprema autorità dell’Afghanistan.
Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali Akhundzada avrà un titolo simile a quella dell’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran. L’annuncio dovrebbe arrivare giovedì. Il Mullah Abdul Ghani Baradar, co-fondatore dei talebani, dovrebbe essere nominato alla guida delle operazioni giornaliere del governo. Che le donne possano entrare a fare parte nel nuovo governo dei talebani è improbabile ma non escluso, quello che è certo è che non avranno “ruoli apicali”.
Lo dice, in un’intervista alla Bbc, il vice capo dell’ufficio politico dei talebani in Qatar sottolineando che le donne “potranno continuare a lavorare” e ad occupare “posti minori” nel governo. Ma “potrebbero non esserci dei ruoli di primo piano” per loro nell’esecutivo.
“Spero che l’Italia riconosca il nostro Governo islamico e che riapra presto la sua ambasciata. Vogliamo ristabilire buone relazioni con l’Italia, il vostro è un Paese importantissimo per noi per la sua cultura e la storia della filosofia. Questo per noi è essenziale”.
“Quello afghano è un popolo valoroso che ha saputo sacrificarsi per vincere questa lunga guerra. Ora c’è un Paese da ricostruire. Abbiamo bisogno di sicurezza, rilancio economico e nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda la sicurezza, posso affermare che grazie al ritiro degli americani e alle nostre forze dell’ordine il problema è risolto. Rimane in salita la lotta alla disoccupazione e la creazione di un vero e proprio rilancio economico”…
“Tutti i soldi sono stati spesi per la guerra, ora è tempo di ricostruire. Per questo abbiamo bisogno di migliorare le nostre relazioni internazionali e accreditarci davanti ai governi di tutto il mondo. Siamo consapevoli che abbiamo davanti un lavoro enorme, ma stiamo ponendo le basi per una profonda trasformazione del Paese”.