AgenPress. āCon queste giornate calde il sangue pazzo ribolleā lo diceva giĆ Shakespeare 500 anni faĀ e in tutto il mondo i venti caldi e secchi godono di una pessima fama, dallo Scirocco della Sicilia, al Santa Ana californiano, allo Chinook delle Montagne Rocciose, fino allo Sharav in Ā Israele e all’Autan in Francia.
Non si tratta solo di folclore: numerosi studi neuroscientifici hanno ormai dimostrato il legame tra alte temperature e cambiamento nel comportamento e nelle performance mentali delle persone.
Ā«Uno studio dellāUniversitĆ dellāIowa aveva dimostrato giĆ nel lontano 2001 lāassociazione tra aumento di temperatura ed aggressivitĆ – spiega Lorenzo Dornetti, psicologo e neuroscienziato, direttore del Neurovendita Lab -. In estate aumentano il numero di crimini violenti. Chi ha unāauto con aria condizionata spenta o poco efficiente suona il clacson piĆ¹ spesso di chi guida al fresco. Il numero di pensieri contraddistinti da rabbia cresce se la temperatura supera 30 gradiĀ».
Non solo, studi piĆ¹ recenti hanno posto lāaccento sul legame tra caldo e velocitĆ mentale. Nel 2016, unāestate giĆ caldissima, una ricerca condotta dallāUniversitĆ di Harvard aveva dimostrato lāimpatto negativo della calura sulla luciditĆ cognitiva. La ricerca applicava il test di STROOP, uno strumento che rileva i tempi impiegati per risolvere compiti di crescente complessitĆ , su due gruppi di studenti simili in tutto, tranne che per un aspetto: la presenza o lāassenza di aria condizionata nella stanza in cui si realizzava lāesperimento. Le performance risultavano stabilmente inferiori in quella senza aria condizionata, mentre erano in linea con le attese nellāedificio a 23 gradi.
Le neuroscienze confermano dunque i luoghi comuni: quando fa caldo si diventa piĆ¹ aggressivi e meno lucidi. Da cosa dipende questa variazione?
Ā«Quando fa piĆ¹ caldo del normale – prosegue Dornetti -, si verifica lāalterazione di alcuni circuiti neurali. Gli studi neuroscientifici hanno verificato che le aree cerebrali piĆ¹ colpite sono la corteccia orbito-frontale e quella prefrontale, due aree del sistema nervoso connesse al controllo di sĆ© e alle performance mentali complesseĀ».
Il Neurovendita Lab ha studiato lāeffetto del caldo sul comportamento dei consumatori confermando come le temperature giochino un ruolo fondamentale nelle scelte dāacquisto. Le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori confermano quanto ipotizzato sul Journal of Marketing da Amar Cheema e Vanessa Patrick: ad alte temperature, i clienti scelgono lāopzione che richiede minor sforzo mentale, prediligono prodotti che giĆ conoscono e soluzioni meno complesse e rimandano le decisioni impegnative.
Non ĆØ dunque un caso se in estate le persone tendano ad acquistare semplici gratta e vinci, mentre in inverno sono piĆ¹ attratte da sistemi di gioco piĆ¹ complessi, come il superenalotto. Non solo. Ć nellāesperienza comune di chi lavora nei negozi di telefonia che i clienti, posti di fronte alla scelta tra due piani telefonici, in una stanza fresca fanno i conti e scelgono il piĆ¹ conveniente, al caldo scelgono sulla base del prezzo apparente, senza approfondire i contenuti dellāofferta. Ma cāĆØ di piĆ¹: quando devono scegliere tra due prodotti, uno innovativo e lāaltro tradizionale, i soggetti nelle stanze calde sono piĆ¹ propensi a scegliere il prodotto tradizionale, come se non volessero elaborare nuove informazioni. Per dirla con le parole dello psicologo premio Nobel per lāEconomia Daniel Kahneman, quando fa caldo si usa il sistema 1 ovvero processi mentali impulsivi e irrazionali; al fresco si attiva il sistema 2: tenendo maggiormente sotto controllo lāemotivitĆ , si realizzano scelte piĆ¹ razionali che richiedono operazioni mentali complesse.
Ā«Questo non significa che chi vive in climi piĆ¹ caldi sia incline a prendere decisioni meno efficaci rispetto a chi vive in ambienti piĆ¹ freddi – sottolinea Dornetti -. La differenza ĆØ dovuta piuttosto alle deviazioni rispettoĀ a una temperatura abituale e non solo al livello di temperatura in senso assolutoĀ».
Le condizioni ambientali influenzano dunque la nostra capacitĆ di pensiero. Dāaltra parte chiunque abbia visto il film Apollo 13 ricorderĆ il momento in cui gli astronauti si accorgono che il livello della CO2 in cabina sta aumentando: āsi comincia a ragionare male, cāĆØ lāobnubilazione e lāipossia cerebraleā, dice uno degli ingegneri della Nasa.
Il global warming, insomma, oltre che sul pianeta impatta anche su come le persone si comportano, scelgono e acquistano.