Cina. Dal 1 maggio 2021 verrà rimosso l’obbligo dei test sugli animali in cosmesi

AgenPress – Attualmente la Cina è uno dei pochi paesi al mondo a richiedere test sugli animali per l’ingresso dei prodotti cosmetici in territorio nazionale: lo prevede la normativa. Dal 01 Maggio 2021 però, i requisiti di obbligatorietà in materia di animal testing per i prodotti importati, verranno rimossi: ad annunciarlo in una comunicazione ufficiale,  la National Medical Products Administration (NMPA) che regola i farmaci e i dispositivi medici.

La rimozione del divieto riguarderà i cosmetici di carattere generico come shampoo, bagnoschiuma, lozioni e make up che costituiscono la parte più consistente del mercato della cosmesi: questo passo sancisce quindi un’evoluzione davvero rilevante nella direzione di una sempre maggiore sostenibilità etica di questo settore.

Ovviamente, come riportato dall’associazione Leaping Bunny Program che per prima ha rilanciato la notizia, “ci saranno ancora molti (e molti) passaggi da compiere per le aziende che desiderano registrarsi e vendere in Cina, ma questo è un progresso importante”.

La rimozione del divieto riguarderà solo le aziende che producono prodotti cosmetici non speciali e i marchi dovranno fornire certificazioni di qualità dal loro paese di origine; non si tratta dunque della fine dell’animal testing per i prodotti cosmetici che entrano in territorio cinese ma senza dubbio una tappa necessaria. I prodotti destinati a bambini o neonati o che contengono materie prime che non figurano nell’elenco di quelle approvate nel paese, continueranno ad essere sottoposte all’obbligo di test sugli animali.

La situazione sul piano dell’iter è molto complessa e articolata: monitoreremo la situazione per fornire aggiornamenti nei prossimi giorni.

Dall’11 marzo 2009 l’Unione Europea ha vietato i test sugli animali degli ingredienti cosmetici all’interno dell’UE, a prescindere dalla presenza o meno di alternative non animali (“divieto di test”). Dall’11 marzo 2013 l’UE ha completato il divieto di vendita di cosmetici testati sugli animali in qualsiasi parte del mondo. Il divieto si applica sia ai prodotti cosmetici che agli ingredienti, indipendentemente dal fatto che esistano alternative (“divieto di commercializzazione”).

Tuttavia esistono anche delle limitazioni ai divieti dell’UE: secondo la giurisdizione attuale, tale regolamento si può applicare solo quando esiste una connessione territoriale con l’UE, se si fanno cioè dei test o se avviene la vendita all’interno del territorio europeo, nel caso in cui i test siano avvenuti altrove. La Commissione Europea sostiene che i divieti si debbano applicare solo ai prodotti cosmetici solo sui test specificamente finalizzati alla sicurezza dei consumatori. Non si applicano ai test per determinare se esiste un rischio per l’ambiente (test di ecotossicità) né nelle prove di sicurezza dei lavoratori. Insomma, le compagnie cosmetiche non certificate possono ancora testare i propri prodotti o sugli animali, purché i test non vengano eseguiti o i prodotti non vengano venduti nell’Unione Europea. Per esempio, prima che alcuni prodotti cosmetici possano essere venduti in Cina, devono essere testati secondo le normative cinesi, che di solito comportano una serie di test sugli animali. Le aziende certificate, quindi, non autorizzano la vendita in Cina rinunciando – in nome di principi etici – a un mercato florido e in rapida crescita.

Fonte, osservatorioveganok.com

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