Secondo la ricerca, già l’86 per cento della forza lavoro islandese lavora meno di prima, e la tendenza si ritiene debba continuare, specialmente dopo che la novità verrà recepita da sindacati e datori di lavoro a livello dei contratti collettivi.
Sperimentazioni analoghe a quelle dell’Islanda sono in corso in diversi paesi. In Spagna da marzo scorso il governo sta lavorando all’ipotesi di una settimana lavorativa di quattro giorni, dopo aver già ridotto in tre anni l’orario settimanale a 32 ore, senza ridurre stipendi e salari.
I sostenitori della riforma sottolineano come possa aumentare la produttività, migliorare la salute mentale dei lavoratori e perfino portare a un significativo risparmio energetico. Tutti elementi emersi con forza durante il periodo di lockdown.
Secondo gli ultimi dati disponibili nel 2019 nell’Unione europea si è lavorato in media 36,2 ore a settimana. Alla Romania il picco più alto, 40,5 ore settimanali, mentre ai Paesi Bassi spetta il dato più basso: 29.3 ore. Il maggiore divario tra lavoratori dipendenti e autonomi si è registrato in Belgio, con i subordinati impegnati per 39.1 ore settimanali, e i liberi professionisti che lavorano fino a 52,8 ore.