Onu. Condizioni disumane di migranti riportati in Libia, torturati, stuprati e spesso uccisi

AgenPress – Da ottobre scorso  migliaia di persone che hanno tentato la traversata in mare e sono state riportate in Libia, vivono in “condizioni disumane”, sono “sistematicamente torturate, violentate o minacciate di stupro e talvolta uccise”.

Lo rivela un nuovo rapporto della missione Onu in Libia che sarà all’attenzione del Consiglio dei diritti umani domani a Ginevra.

I migranti intercettati in mare e riportati in Libia vengono reclusi e sottoposti a periodi prolungati di detenzione arbitraria in luoghi in cui viene ”praticata sistematicamente la tortura”.

“Il persistere di gravi violazioni dei diritti umani e una cultura di impunità in diverse parti della Libia sta ostacolando la transizione verso la pace, la democrazia e lo stato di diritto”, hanno detto i rappresentanti delle Nazioni Unite.

L’inchiesta dell’organismo Onu parla di recenti prove che testimoniano come la tortura sia praticata ripetutamente e continuativamente contro i detenuti. Ciò include luoghi di detenzione ufficiali e siti gestiti dalle milizie che agiscono sotto l’egida dello stato libico. Inoltre, molte delle prigioni, che erano state dichiarate chiuse, operano invece in segreto e i rappresentanti Onu sottolineano come, in molti casi, le autorità non hanno eseguito gli ordini di rilascio dei detenuti.

Oltre alle massicce violazioni che colpiscono i gruppi vulnerabili, come i migranti, il rapporto riferisce di molte altre violazioni che riguardano la transizione verso la democrazia e l’integrità del processo elettorale, come intimidazioni e abusi nei confronti di attivisti o attacchi al sistema giudiziario.

”Tutto ciò – conclude il rapporto – mette in dubbio il rispetto da parte del governo e delle autorità de facto dei loro obblighi di garantire la libertà di espressione e di riunione dei libici”.

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