Pd. D’Alema vuole rientrare nel partito, ormai guarito da malattia del renzismo. Replica di Letta

AgenPress – Massimo D’Alema vuole rientrare nel Pd.  L’ex premier, ex ministro degli Esteri,  negli auguri via web dell’ultimo dell’anno di “Articolo 1” (il partito che ha fondato con altri ex dem nel 2017), ha detto che “una ricomposizione è necessaria” e che l’augurio per il 2022 è “che si faccia un passo decisivo in avanti per la ricostruzione di una forza progressista” parlando della fase renziana del Pd come di “una malattia che fortunatamente è guarita da sola”.

D’Alema, infatti, ha definito il percorso di confronto delle Agorà organizzate dall’attuale segretario “il modo migliore per arrivare ad una ricomposizione che appare necessaria” fra i dem e Articolo Uno, la sigla creata da chi lasciò il Pd di Matteo Renzi. All’epoca, oltre a D’Alema, uscirono anche Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza.

“La principale ragione per andarcene era una malattia terribile che è guarita da sola, ma che c’era”.

D’accordo tutti, a cominciare da Pierluigi Bersani (che ha esortato: “Il campo progressista si dia una mossa”) al segretario Roberto Speranza, al coordinatore Arturo Scotto. Tempi stretti per ricucire lo strappo: alla fine del percorso delle Agorà – le assemblee aperte volute dal segretario dem Enrico Letta per rilanciare il Pd – un congresso di “Articolo 1” dovrebbe sancire la svolta. A maggio, all’incirca.

Parole che suscitano “profonda irritazione” tra i dem: è stata questa la risposta  arrivata dal Nazareno a chi ha chiesto un commento alle frasi di D’Alema, che non escludono un prossimo ritorno della “ditta” nel Pd. E su Twitter è costretto a intervenire direttamente Enrico Letta, scrivendo: «”Il #Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei #democratici e #progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse nazionale. Nessuna #malattia e quindi nessuna guarigione. Solo #passione e #impegno”.

“Le parole rozze di D’Alema vanno in senso contrario: guardano al passato e rimestano rancori mai sopiti. Se questi sono i presupposti per ragionare su future evoluzioni del partito, per noi semplicemente la questione non esiste”, tuona il senatore Alessandro Alfieri, coordinatore nazionale di Base Riformista.

 

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