Agenpress – Il Consiglio di Stato ha confermato la scorta, “tutela su auto non protetta”, per il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il ‘Capitano Ultimo’ che nel 1993 arrestò il capo di Cosa Nostra Totò Riina, senza più scorta dal 3 settembre. A sollevare il caso era stata Rita Dalla Chiesa. “A colui che arrestò Totò Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?”
La decisione di Palazzo Spada infatti ha sospeso la decisione presa il 15 gennaio dal Tar del Lazio che con un’ordinanza aveva respinto la richiesta di De Caprio di sospendere il provvedimento che gli toglieva il servizio di scorta, emesso nei suoi confronti dal ministero dell’Interno. La decisione del Consiglio di Stato è stata presa oggi dalla sezione terza, presieduta da Franco Frattini e ha fissato per la discussione la Camera di Consiglio del 20 febbraio 2020 in vista delle decisione definitiva collegiale.
Nel decreto emesso oggi, il Consiglio di Stato ha posto l’attenzione su uno dei recenti episodi di intimidazioni nei confronti di De Caprio (busta con messaggio minatorio recapitata presso un volontario della associazione “Volontari Capitano Ultimo onlus”) che anche il Tar Lazio aveva ritenuto “rilevante”, disponendo una relazione da cui risulta che le indagini sono in corso. Nella sede cautelare collegiale si “dovrà in modo approfondito chiarire se, allo stato attuale delle indagini su detto episodio che lo stesso Tar ha ritenuto rilevante, sia possibile… escludersi il possibile compimento di azioni criminose in danno dell’appellante, e cioè… negare che la situazione di possibile esposizione sussista”.