AgenPress – I due fratelli Bianchi, Gabriele 24 anni e Marco (26 anni), che insieme a Francesco Belleggia 21 anni, Mario Pincarelli 22 anni, hanno ucciso Willy, erano noti. A dirlo un amico di Willy, “non si può morire a 21 anni così. Li conoscevano tutti qui quei due fratelli. Da due anni litigano e picchiano con le stesse modalità, sono stati autori di altri pestaggi. Con uno di loro ho litigato pochi mesi fa perché dava fastidio a un mio amico. La rabbia è che non è la prima volta che fanno così. Si poteva evitare”.
E se “erano noti e temuti” come dice in una nota il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, “se, come pare i due fratelli, dei quattro giovani del gruppo punitivo, avevano precedenti per rissa e spaccio, ci domandiamo cosa non abbia funzionato nella società, nella scuola dell’obbligo, gravida di assistenti sociali, psicologi, centri d’ascolto, perché nessuno di questi soggetti ha trovato lo spazio per intervenire, cosa è mancato per poterli fermare prima?
“Willy, che ha pagato con la vita la sua generosità nel tentativo di sedare una lite, resterà un esempio al quale far ispirare i ragazzi del nostro tempo”. La prova d’appello che rimane ora a disposizione per lasciare un segno e onorare Willy è il giudizio dei tribunali, se falliranno anche loro questa infezione di disvalori continuerà a propagarsi inesorabilmente”.