Agenpress. Ieri avete letto la notizia di un’altra banca commissariata da Bankitalia: la banca popolare di Bari. Un’altra banca con mega-buco provocato dai manager e da chi evidentemente doveva controllare e non l’ha fatto bene. Tutti in queste ore parlano di decreto legge. Ma non corriamo troppo.
Per noi ci sono 2 cose da fare prima di arrivare ad un decreto, che in ogni caso per noi deve salvare i risparmi dei pugliesi, non i banchieri.
1. Vogliamo sapere da chi doveva sorvegliare cosa è emerso in questi anni.
Quante sono state le ispezioni di Bankitalia negli ultimi tre anni? Cosa è emerso?
Qualcuno dovrà pur pagare per questo buco, non credo lo abbia provocato un alieno.
2. Vogliamo sapere chi ha prestato soldi e a chi. Quali manager hanno firmato per prestare i soldi dei baresi allo scoperto? Il meccanismo è sempre lo stesso, noi mettiamo i soldi in banca e manager politicizzati li prestano alla politica locale o a personaggi vicini. Poi questi signori non li restituiscono e i nostri conti correnti vengono usati per colmare il buco.
Anche in questo caso, come per Carige, vanno ricostruiti tutti i collegamenti politici su quel territorio.
Chissà che una discussione del genere in Consiglio dei Ministri, con tanto di atti depositati, non contribuisca anche al lavoro delle procure. Ci sono ben tre inchieste della magistratura su questa vicenda. E dico anche a tutti i politici locali, chi sa parli!
Una volta ottenute queste risposte, che per me devono restare agli atti di un punto ad hoc del Consiglio dei Ministri con una discussione chiara e a verbale, la terza cosa che pretendiamo è la seguente:
3. Se dobbiamo mettere soldi pubblici in una banca per evitare che saltino i conti correnti dei pugliesi, quella banca deve diventare di proprietà dello Stato per creare la banca pubblica per gli investimenti, che è un nostro obiettivo del programma del Movimento 5 Stelle e che tra l’altro è dentro il programma di Governo.
Non faremo come qualcuno in passato con le banche Venete, che furono ripulite con i soldi degli italiani e poi furono regalate (al prezzo di un euro) ad altre banche. Stiamo ancora risarcendo i risparmiatori truffati.
Credo che possiamo essere tutti d’accordo, in Consiglio dei Ministri, prima si fa chiarezza sulla verità, su chi ha ridotto in quel modo la banca, lasciandolo agli atti, e poi provvediamo al resto. Un’ultima cosa. La commissione di inchiesta sulle banche è ferma da un anno. Ancora bisogna eleggere il Presidente. È arrivato il momento di farlo. Quella commissione sono sicuro aprirà un vaso di Pandora. E non vediamo l’ora.
E’ quanto dichiara, in una nota, Luigi Di Maio.