Ai “navigator” di Di Maio, 2mila euro al mese senza fare nulla e bonus di 600 euro

Agenpress – Assunte “con contratto dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) dopo il maxi-concorso tenutosi lo scorso anno, le circa 3mila persone avevano subito cominciato in salita il loro operato, tanto da risultare talvolta quasi superflue. Il compito dei navigator, infatti, consisteva e consiste tuttora nell’assistere i beneficiari del Reddito di cittadinanza, altra creatura grillina, ed aiutarli a trovare un mestiere fra quelli offerti dalle aziende partecipanti al programma.

Peccato che, fra avversità delle Regioni (lo stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca li aveva fortemente osteggiati), banche dati inesistenti ed assenza di impiego, queste figure abbiano potuto fare ben poco. Il Reddito di cittadinanza ha quindi finito col diventare quello che è sotto gli occhi di tutti, fatte le dovute eccezioni.

Finiti a casa durante il periodo di lockdown del Paese imposto dal governo per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, i navigator hanno comunque continuato a percepire uno stipendio, al contrario di molti altri lavoratori (autonomi o dipendenti), che non hanno ricevuto un soldo ed ora si trovano in piena crisi.

Il compito dei “navigator” era relativamente semplice: seguire i beneficiari del reddito di cittadinanza e fare da ponte tra questi ultimi e le aziende che offrivano lavoro. Nulla di particolarmente complicato, almeno a parole. Perché in Italia i posti di lavoro non abbondano. E così, tranne pochi casi, molti che usufruiscono del reddito di cittadinanza non hanno ancora trovato una occupazione. Ma vi era un altro problema che rendeva il compito dei “navigator” ancora più ostico: la mancanza di una banca dati funzionante per realizzare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro.

Poi, come se non bastasse, ecco l’emergenza sanitaria: per contenere l’epidemia è stata disposta la chiusura dei centri pubblici per l’impiego. I “navigator” lavorano da casa ma ciò potrebbe non servire. Nel Decreto Cura Italia è prevista che beneficiari del reddito di cittadinanza, vista l’emergenza sanitaria, non sono più obbligati ad accettare alcuna offerta di lavoro loro inviata dai navigator, salvo che non si trovi nello stesso comune di residenza.

In possesso di un contratto di co.co.co. (Contratto di collaborazione coordinata e continuativa) fino alla primavera del 2021, i fortunati hanno un compenso di circa 2mila euro mensili, per un totale di 28mila euro all’anno. Denaro che è stato percepito anche durante le fasi di chiusura di ogni attività produttiva non considerata servizio essenziale. Non solo. Pare che qualcuno abbia addirittura fatto richiesta all’Inps per ottenere i 600 euro di bonus messi a disposizione del governo per l’emergenza Coronavirus.

Come molti altri dipendenti, i navigator avrebbero potuto lavorare mediante smart working, ma dato che, come riporta il “Messaggero”, tramite il decreto Cura Italia varato dall’esecutivo sono stati temporaneamente messi da parte gli obblighi ai quali dovevano attenersi i beneficiari del Rdc, ossia presentarsi ai colloqui fino all’individuazione di un lavoro, la presenza dei tutor è risultata praticamente inutile.

Nonostante ciò, le figure professionali ideate da Domenico Parisi, docente arrivato direttamente dagli Usa su richiesta di Luigi Di Maio, hanno continuato ad intascare il loro stipendio, che non ha subito alcuna decurtazione. Non contenti, alcuni di loro hanno anche protestato per non perdere il rimborso spese di 300 euro previsto per coprire i costi di eventuali spostamenti. Spostamenti praticamente assenti, considerato il lungo periodo di lockdown”. Fonte, Il Giornale

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