Al contrario del suo capo si schiera da subito con il partito della “Cassa” per il Mezzogiorno guidato da Menichella. Ha legato il suo nome a quello Schema Vanoni che mette al centro il riequilibrio tra Nord e Sud, un’idea sana di sviluppo e l’equità fiscale. Oggi abbiamo bisogno della stessa serietà in casa e della stessa visione nelle scelte politiche in Europa
Agenpress. «Meridionale io sentivo che i miei conterranei, sempre delusi per la mancata attuazione delle promesse che erano state loro fatte, avrebbero particolarmente apprezzato la novità che si presentava con un nome Cassa il quale attestava da solo che questa volta c’erano i “denari”.
De Gasperi, che si rendeva conto dello sforzo che nelle condizioni di allora lo Stato si apprestava a compiere, ebbe la preoccupazione che il nome attirasse troppe “cupidigie” e incaricò Vanoni, poiché aveva studiato con me il progetto, di trovarne uno meno sonante. Gli disubbidimmo».
Queste parole sono di Donato Menichella, il mitico governatore della Banca d’Italia che ha portato la lira a vincere l’oscar mondiale delle monete. Partito da Biccari in provincia di Foggia con un diploma di ragioniere. Una laurea in Scienze sociali a Firenze dividendo il letto in due con il fratello («uno a capo e uno a piede») perché si potevano permettere di pagare una sola retta al collegio non due. Queste parole Menichella le ha pronunciate per ricordare la figura di Alcide De Gasperi nell’agosto del 1964 e sono pubblicate sulla rivista Concretezza.
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