AgenPress. Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
“Dal decreto Cura Italia, per ragioni comprensibili, il MEF si è attribuito poteri speciali, ma poi le ha estese a tappeto su tutte le misure e questo non va bene perché è il Parlamento che decide su quali programmi mettere le risorse. Abbiamo proposto un emendamento, che è stato approvato, che circoscrive la possibilità di intervento del MEF e prevede l’obbligo di passare prima dalla Commissione Bilancio. Il potere attribuito al ministro vale soltanto per il periodo dell’emergenza, quindi finisce a fine anno, viene circoscritto ad alcune misure ed è sottoposto a verifica parlamentare. Così si è ripristinato l’equilibrio tra potere esecutivo e legislativo”.
Sulla crisi economica. “E’ inevitabile riconoscere dati di realtà. Noi siamo di fronte ad un evento che non ha precedenti, ne va preso atto non per deprimersi, ma per dare risposte giuste. Mi aspetto da Gualtieri che arrivi immediatamente in Parlamento un terzo scostamento di bilancio e un decreto per sostenere i redditi e le imprese, anche con cancellazioni di imposte e trasferimenti a fondo perduto. Dobbiamo ridurre l’angoscia di famiglie e imprese, dobbiamo dare un minimo di prospettiva al fatto che in autunno verranno sostenute. Altrimenti aumenterà il risparmio perché le famiglie hanno paura e questo diventa un fattore negativo quando c’è un crollo del pil. Se non spezziamo questo circolo vizioso di aspettative negative i dati della realtà si aggraveranno. La priorità va data a chi è più in difficoltà sul versante dei redditi da lavoro e delle famiglie. Sostenere il potere d’acquisto di famiglie e lavoratori è lo strumento più utile per sostenere le imprese. Dobbiamo fare un intervento selettivo, che sostiene i redditi di chi ha bisogno e selettivo anche sulle imprese. E’ stato un errore tagliare il saldo irap a tutte le imprese. Servono interventi selettivi per chi ha bisogno. C’è un problema per il settore turistico, quello va sostenuto di più. Se tu oggi tagli l’irpef a tutti, la maggior parte verrà risparmiato, non verrà utilizzato per i consumi. Se tu concentri quelle risorse su chi è più in difficoltà, le dai ai comuni per fare investimenti in piccole opere, avrai una ricaduta maggiore sull’economia reale”.
Sulle perplessità delle strutture turistiche riguardo il bonus vacanze. “Nei momenti di maggiore difficoltà, di disperazione, la fiducia può venir meno. Bisogna fare in modo che vi siano certezze. Ritengo però infondato che il voucher per le vacanze o che i crediti d’imposta che verranno utilizzati per l’ecobonus siano a rischio. Verranno pagati come è stato stabilito”.
Sul Mes. “Non sono convinto e non credo che mi convincerò mai. Noi Italia saremo un debitore con un debito del 170% del pil. Il Mes è come una banca, per statuto valuta se tu sei in grado di ripagare o no il debito, non è che aspetta che tu non paghi la prima rata per intervenire. Se tu hai il 170% del debito sul pil, il tuo creditore valuta se tu sei un debitore a rischio e ti dice di fare un programma di aggiustamento macroeconomico. In tutti gli altri Paesi la banca centrale continua a intervenire, se la Bce non aumenta lo sforzo che sta facendo acquistando i titoli e non si tiene in pancia i titoli acquistati andiamo a sbattere. Ma poi, perché se il Mes è così conveniente e così soft nessun altro Paese europeo lo vuole? Per quanto possibile, aiuto i colleghi del M5S che per il momento mi pare che tengano bene il punto, dopodichè quando si scatena l’offensiva mediatico-finanziaria è molto difficile tenere la barra dritta”.