Sen. Scilipoti: “cosa accade se un omosessuale percuote un etero?”

AgenPress. “Hanno lavorato persino durante il lockdown per questa legge sull’omotransfobia. Pensate un po’ come siamo messi. Se il popolo sapesse questo davvero si indignerebbe. Al posto di badare a chi non sa come come sfamare la famiglia, hanno pensato alla omotransfobia”.

Lo dice in questa intervista esclusiva per Informazione Cattolica Domenico Scilipoti Isgrò. Laureato in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Ginecologia e Ostetricia, Scilipoti è stato eletto Parlamentare alla Camera dei Deputati nell’aprile 2008 e rieletto al Senato della Repubblica nel marzo 2013. Dal 2016 è Presidente del Movimento Politico di Unione Cristiana.

Senatore Scilipoti, qual è la sua opinione sulla proposta di legge Zan-Scalfarotto-Boldrini e altri in tema di omotransfobia?

“Caro direttore, prima di esprimere un giudizio complessivo è opportuno, specie in tema di leggi, esaminare la bozza ultima. Adesso siamo in presenza di lavori in corso. Certamente, sono preoccupato”.

Per quale motivo?

“Se quanto riportato e le prime versioni circolanti saranno confermate dalla definitiva, è evidente che questo provvedimento prima di tutto ha limiti di costituzionalità”.

Perché?

“Andiamo con ordine. La normativa crea uno status giuridico protetto per gay, lesbiche e trans. In poche parole se io alzo le mani su una di queste categorie, cosa ripugnante in tutti i casi, rispondo in modo più grave che se lo facessi contro un etero. Una domanda: che cosa accade, paradossalmente, se un omosessuale percuote un etero? Non è prevista alcuna aggravante. Ecco dunque, la vistosa disparità di trattamento e la creazione di uno status speciale. Ricordo che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di razza, sesso o censo. In più, la norma penale ha sempre carattere generale ed astratto e mai particolare. Che cosa succede se facessero una legge per tutelare chi ha i capelli rossi o è zoppo? Il nostro ordinamento già prevede una normativa che sanziona l’istigazione all’odio razziale o sessuale come aggravante specifica, dunque non ha senso una normativa nuova. Gli strumenti esistono. Inoltre è uno strano Paese, il nostro. Sui social alcune persone obese o esteticamente brutte sono insultate senza pietà, ma nessuno insorge: due pesi e due misure, nessuna tutela differenziata”.

Si avvertiva la necessità della legge?

“No, alla pari delle unioni civili. Ma spesso la responsabilità è anche dei politici credenti che non hanno il coraggio, anche dentro il Palazzo di parlare e predicare il verbo della Verità, del sì quando è sì, no quando è no, il verbo del non ti è lecito del Battista. Dove erano tanti politici credenti al tempo delle unioni civili o quando si parlava di eutanasia, Lega inclusa? In ogni caso di questa legge, divisiva, non vi è necessità. Il Governo pensi ad emergenze molto più serie e chi non ce la fa andare avanti. Hanno lavorato persino durante il lockdown per questa legge. Pensi un po’ come siamo messi. Se la gente del popolo, della strada sapesse questo, davvero si indignerebbe. Al posto di badare a chi non sa come come sfamare la famiglia, hanno pensato alla omotransfobia”.

Che ne pensa dell’intervento della CEI?

“Concordo con i vescovi italiani che hanno gridato alla violazione del diritto di opinione sancito dalla Costituzione all’art 21. Corriamo il rischio, in base alla normativa esaminata, che se un pastore o ministro del culto dice che la famiglia naturale è composta da uomo e donna, finisce sotto processo. Una cosa è l’istigazione alla violenza, ben altra la libera espressione di principi morali, quali l’affermazione che gli atti di sodomia sono peccato gravissimo. Io non condanno la persona, ma il peccato, quello certamente. E badate bene che questa legge non tocca solo i credenti cattolici, ma tutti i cristiani di qualsivoglia confessione e persino musulmani e atei che dovessero credere in alcuni principi morali non negoziabili. Penso che dissentire da questa legge sia una battaglia di civiltà per la libera espressione. Ci rifletta anche la stampa. Dico battaglia, non crociata”.

Secondo lei ci sono fini nascosti dietro questa legge?

“Non amo la dietrologia. Certamente nel mondo e nei media si respira un’atmosfera che ammicca alla sessualità disordinata. Curiosamente parliamo di ecologia nel mondo, ci preoccupiamo se il mare è inquinato, ma non badiamo all’ecologia umana, al rispetto delle leggi naturali, che siamo uomo e donna e basta. In tv non c’è programma senza la presenza quasi obbligatoria di un opinionista gay o trans e sinceramente di questo pensiero unico imposto non se ne può più. Non escludo che sia in atto un’agenda che ha avuto per crono-programma le unioni civili, e passo dopo passo oggi questa difesa particolare, quindi l’adozione di bambini da parte di coppia gay e infine l’utero in affitto”.

L’11 Luglio in 100 si scende in Piazza contro questa legge: che ne pensa?

“Giusto. Anche se non è del tutto peregrina l’obiezione del direttore de La Nuova Bussola Quotidiana, Riccardo Cascioli, il quale ha scritto che forse sarebbe stata più importante una sola manifestazione e buona”.

MATTEO ORLANDO (Informazione Cattolica)

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