Ridurre i pedaggi autostradali. La scelta prioritaria per risarcire tutti i cittatdini

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AgenPress. Lo scandalo del crollo del ponte Morandi ha aperto il vaso di Pandora sulle inefficienze nella gestione delle grandi opere pubbliche affidata in concessione.
Dopo giorni di clamore mediatico e congetture di soluzione, il caso Atlantia si conclude con un nuovo accordo.

La vicenda è coperta da ombre e incertezze infoRmative. L’annunciato annullamento della concessione alla società Atlantia ha trovato seguito, in questi giorni, nella inattesa manovra che consentirebbe a Cassa Depositi e Prestiti di fare ingresso in ASPI con il 51% delle quote azionarie, e a investitori istituzionali di acquistare quote partecipative, con marginalizzazione della partecipazione di Atlantia al 10% circa.

Nell’immediato, la scelta ha avuto peculiari ripercussioni sull’andamento di borsa e ha fatto registrare un’impennata dei titoli Atlantia e di tutti quelli collegati. Si aggiunga la scelta di far gravare per intero sulla società ASPI la misura compensativa, dell’ammontare di 3,4 miliardi, portata a ristoro dei danni conseguenti alla tragedia; sì che, a conti fatti, all’esito della ristrutturazione societaria, Atlantia sarà chiamata a risponderne in misura irrisoria.

Questo puzzle scomposto di notizie disorienta. I subitanei vantaggi in termini crescita degli utili azionari e il contenimento delle responsabilità risarcitorie mettono in forse la giustizia nel riparto delle responsabilità per le gravissime inefficienze gestionali che hanno procurato 43 vittime, 11 feriti, 566 sfollati e infiniti danni a strutture ed abitazioni. Nonché per le disastrose condizioni nelle quali ancora versano viadotti e gallerie autostradali.

È forte la suggestione che alle imprese sia riservato un diverso trattamento secondo identità e dimensioni, a discapito di quelle più giovani, con minore indotto o semplicemente meno conosciute.

Meritocrazia Italia avverte l’urgente necessità di un cambio di passo culturale, prima ancora che politico e amministrativo e auspica che la misura del successo imprenditoriale ritorni a essere data da reale efficienza, capacità di sana amministrazione e agire etico.

Per questo è essenziale che vengano del tutto riscritti i termini del rapporto tra imprenditoria e pubblica amministrazione. In particolare, serve:

– predisporre controlli sulle virtù che non siano meramente formali e rispondenti a logiche
burocratiche, e migliorare le attività di vigilanza;

– tracciare le c.dd. GPP (Good Public Practice), se del caso recependole in una certificazione
obbligatoria per ogni azienda operante con la p.a. (accessorie logiche premiali potrebbero fungere da incentivo alla correttezza nell’erogazione dei servizi e innescare un utile circolo virtuoso che dal merito riporti a nuovo merito);

– rivedere alcune innegabili storture nella composizione delle convenzioni (i.e., criteri di fissazione delle tariffe, meccanismi di autorizzazione degli investimenti, sistema di computo delle sanzioni, etc.);

– rafforzare i presidi di legalità e migliorare le misure anticorruzione.

– ridurre i pedaggi autostradali come risarcimento generale per i servizi resi.

L’occasione apre anche a un complessivo ripensamento delle competenze dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

Meritocrazia Italia reputa indispensabile valorizzare esclusivamente l’interesse e la sicurezza dei cittadini. Bisognerebbe chiarire la motivazione alla base della scelta, ed il piano che verrà varato per garantire lo sviluppo e la tenuta delle reti stradali

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