AgenPress – L’esplosione e i danni al porto peggioreranno la grave situazione economica e della sicurezza alimentare nel paese. Il Libano, prima dei devastanti eventi di ieri, era già alle prese con la peggiore crisi economica della sua storia, esacerbata dalla pandemia di Covid-19.Â
Il Libano importa circa l’85 per cento del suo cibo, e i gravi danni al porto di Beirut, il più grande nel paese, spingerà i prezzi dei generi alimentari al di là della portata di molti. Il prezzo di un paniere mensile di cibo – vale a dire una selezione di alimenti di base di cui ha bisogno una famiglia – è più che raddoppiato negli ultimi sei mesi.Â
Questi eventi si inseriscono anche in un contesto di disoccupazione in forte aumento e di tagli di salari con molte famiglie che faticano ad arrivare a fine giornata. Ad oggi, un milione di libanesi vive sotto la soglia di povertà .
Secono l’Onu occorrono nei prossimi tre mesi 117 milioni di dollari. In particolare serviranno subito 66,3 milioni di dollari da elargire alle strutture sanitarie che hanno accolto i feriti, ai rifugi di emergenza per chi è rimasto senza casa, alle organizzazioni che si occupano di distribire il cibo e a quelle che gestiscono la prevenzione e l’ulteriore diffusione del Covid-19.
Nella fase 2, spiega il documento dell’Onu dovranno essere stanziati 50,6 milioni di dollari per ricostruire infrastrutture pubbliche ma anche case e per prevenire la diffusione di malattie. Secondo le Nazioni Unite almeno 15 strutture sanitarie, inclusi tre grandi ospedali, sono stati gravemente danneggiati nell’esplosione e oltre 120 scuole potrebbe chiudere privando delle lezioni circa 55.000 bambini.