AgenPress – Oggi sono qui per comunicarvi una decisione importante. Prima però vorrei fare alcune considerazioni.
Torino in questi 5 anni è cambiata.
Quando diventi sindaca, al centro non c’è più la tua persona: c’è la tua città, la tua comunità. Torino, dal 2016, è stata sempre il mio primo e ultimo pensiero della giornata. Qui ho la fortuna di vivere e adesso di poter crescere mia figlia.
Poterla amministrare è stato ed è il più grande onore che potessi avere.
Cosa abbiamo trovato
Questo percorso di 5 anni è indubbiamente iniziato in salita.
Ricordo il primo dossier che mi piombò sul tavolo: il Salone del Libro stava per andare a Milano. Con un grande lavoro di squadra non solo il Salone del Libro è ancora qua, ma le edizioni successive sono state uno straordinario successo.
Penso poi alle difficoltà di bilancio della Città. Estremamente importanti ma sempre troppo poco conosciute. Abbiamo lavorato giorno e notte per evitare il dissesto della Città, che avrebbe portato drastici tagli dei servizi e, alla fine, non solo abbiamo garantito i servizi ma per la prima volta, dopo 24 anni, abbiamo approvato il bilancio entro l’anno, aprendo così la strada a investimenti e programmazioni precise per i cantieri della Città.
Ma, in particolare, penso a una Torino che sembrava aver smarrito la bussola, illusa che il turismo da solo avrebbe potuto sostituire la produzione industriale. Aveva perso la propria identità manifatturiera, senza saper pensare a un futuro che potesse garantire non solo lo stesso benessere, ma nemmeno gli stessi livelli occupazionali.
E, a farne le spese sono state soprattutto le fasce più deboli nelle periferie della Città.
Cosa abbiamo fatto
Ora, guardandomi indietro penso proprio a quella Torino e a come è cambiata in questi 5 anni.
Avevamo delle priorità chiare.
Innovazione, impresa, lavoro
La prima. Far tornare Torino ad essere punto di riferimento nazionale e internazionale dell’impresa, affrontando le sfide dell’innovazione per creare sviluppo economico e posti di lavoro.
La strada è ancora lunga. Ma sorgeranno qui due importanti distretti industriali per l’aerospazio e l’auto elettrica, i primi in Italia di questo tipo, con 150 milioni di investimenti.
La nostra Città è stata la prima in Italia a sperimentare l’auto a guida autonoma, aprendo a nuovi orizzonti per opportunità di ricerca, lavoro e sviluppo. Ed è notizia di pochi giorni fa che, grazie al lavoro fatto, sarà Torino la Città che ospiterà la sede dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza artificiale, con 80 milioni di budget ogni anno e 600 nuovi posti di lavoro.
Periferie e Welfare
La seconda: interventi per le periferie e per il welfare.
Ci siamo subito messi al lavoro su vere e proprie emergenze sociali, da troppi anni abbandonate a se stesse. Ecco che l’occupazione abusiva dell‘ex villaggio olimpico, come i campi Rom di corso Tazzoli e via Germagnano sono finalmente ricordi del passato. Avevamo il dovere di mettere la parola fine e lo abbiamo fatto.
Abbiamo portato avanti decine e decine di interventi nelle periferie, su scuole, giardini, aree verdi… Con un investimento di 45 milioni del fondo AxTO a cui, e lo dico chiaramente, dovranno seguirne almeno altrettanti.
Abbiamo poi messo in piedi un Piano di Inclusione Sociale che vale 9 milioni di euro, con percorsi di accoglienza, co-housing, sostegno alla genitorialità e percorsi occupazionali.
Ancora, nel 2020 investiamo oltre 15 milioni in interventi sulle manutenzioni stradali che interessano tutta la città, da Barriera di Milano a Mirafiori sud.
E infine, ma non per importanza, ambiente e mobilità. Sfide del nostro secolo che per Torino sono e saranno determinanti a cui tengo particolarmente, per questo ci tornerò tra poco.
Lasciatemi poi ricordare la vittoria delle ATP Finals. Da novembre 2021, per 5 anni, Torino sarà il palcoscenico del tennis mondiale. Un evento diffuso in tutto il mondo con oltre 600 milioni di euro di ricadute sul territorio in 5 anni.
Siamo riusciti a risolvere tutti i problemi della Città? Ovviamente no, ne siamo consapevoli.
Tuttavia, le tantissime cose che abbiamo portato a termine, mi fanno dire, con grande orgoglio e a testa alta, che in questi 5 anni abbiamo fatto un lavoro enorme.
Per questo lavoro vorrei dire grazie a tutte le persone che si sono spese per questa amministrazione e quindi per la città.
E vorrei dedicare un ringraziamento particolare a questo Governo. Per la prima volta dopo diversi anni, Torino è stata costantemente al centro dell’azione dell’esecutivo.
La mia decisione
Ora, come sapete, qualche settimana fa è stata pronunciata nei miei confronti una sentenza di condanna per una errata imputazione a bilancio di un debito atipico, ereditato dal 2012. Come è stato riconosciuto, ho sempre operato nell’esclusivo interesse del Comune, che, al massimo, mi accusano di aver favorito “ingiustamente”.
Io sono assolutamente certa di aver sempre e solo salvaguardato gli interessi dell’ente che amministro e, soprattutto, di aver agito in totale buona fede e per questo farò ricorso in appello. Tuttavia, le tempistiche per arrivare a sentenza, vanno oltre la scadenza elettorale del 2021.
In queste settimane ho sentito una solidarietà, un affetto e una vicinanza umana che forse, mai, avevo sentito prima e che mi hanno dato una grande carica di energia. E per questo vi ringrazio dal profondo del cuore.
Ma la condanna, anche se di lieve entità e per i motivi che conoscete, resta tale.
E in politica, prima di ogni cosa, bisogna essere coerenti con i propri principi. E io continuerò ad esserlo, rispettando le regole con cui mi sono candidata nel 2016.
Per questo, ho preso una decisione, non nego, molto dolorosa, ma necessaria: dopo aver a lungo riflettuto, ho deciso di fare un passo di lato.
Non correrò, dunque, nuovamente per la carica di sindaca.
Cosa succederà da qui a giugno 2021?
Io continuerò a spendermi, con ogni energia, affinché i progetti avviati vengano portati avanti da chi verrà dopo di me.
Perché Torino ha ricominciato a credere in se stessa e deve andare avanti più forte che mai. Torino deve proseguire sulla strada del cambiamento che abbiamo intrapreso. Torino non può tornare indietro.
Io ci sono, e continuerò a esserci, per servire la città che amo.
Il mio auspicio è che, per il bene della città, con, il dovuto senso di responsabilità, ognuno sappia mettere da parte gli interessi personali e di bottega.
C’è in gioco il futuro di Torino. Ancor più in un momento delicato come quello dell’emergenza covid19: la più grande crisi sanitaria, sociale ed economica dal dopoguerra ad oggi.
Torino ce la farà, ne sono certa. I torinesi hanno già saputo dimostrare il loro senso di responsabilità. Se resteremo uniti ne usciremo più forti.
L’ambiente
Prima di chiudere, come dicevo prima, torno su un tema che, l’avrete capito, mi sta molto a cuore.
Un tema politico perché, comunque la si pensi, è la Politica, nel suo senso più alto e nobile, che condiziona la vita di ogni comunità. E in qualche misura, oggi, voglio consegnarlo non solo a chi verrà dopo di me ma a migliaia di cittadini.
Parlo dell’ambiente, della sua cura, della sua tutela. Parlo dell’acqua che beviamo , del cibo che mangiamo, ma soprattutto dell’aria che respiriamo.
Abbiamo iniziato a parlare di ambiente quando era ancora un tema che nei sondaggi sugli interessi dei cittadini trovava spazio alle ultime posizioni.
Prima che un’onda verde di giovani – a cui va il mio più sentito ringraziamento – percorresse, riempiendole, le nostre strade sensibilizzando le comunità di tutto il mondo.
Ricordo bene quando, tra le emergenze della nostra Città, indicavamo proprio l’inquinamento dell’aria. Che lo smog a Torino fosse tra i peggiori d’Europa era al più una nota a margine del dibattito pubblico. noi l’abbiamo posta come priorità Politica.
Lo abbiamo fatto perché la tutela del nostro ambiente, la riduzione dell’inquinamento, il contrasto al cambiamento climatico sono le vere emergenze di questo secolo. Lo dicono i drammatici fatti di cronaca di questi giorni, ma che siamo obbligati a leggere sempre più spesso.
Lo abbiamo fatto mettendo tutto ciò davanti al consenso. Lo abbiamo fatto ascoltando chi la pensava diversamente ma sempre andando avanti con determinazione in ciò che credevamo.
Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo.
Lasciamo una Torino con:
- Un parco mezzi più green: sono 150 i nuovi autobus messi su strada
- 100 nuovi autobus acquistati che arriveranno nei prossimi mesi
- 70 nuovi tram acquistati e in costruzione
- 1 miliardo stanziato dal Governo per la seconda linea della metropolitana
- Le ciclabili: + 50%, passiamo da 200 a 300 km circa
- 5 nuove pedonalizzazioni definitive e 11 sperimentali
- Restituiamo ai torinesi una città più verde: sono 20mila nuovi alberi che abbiamo piantato in questi anni e tanti altri ne arriveranno
In questa città ce l’abbiamo messa tutta e continueremo a farlo ovunque sarà possibile. Vedendo anche realizzarsi ciò che è più importante: un cambio culturale che veda nella cura del nostro Pianeta la principale esigenza da cui far ripartire le nostre comunità.
Io sono qui
Alle mie spalle vedete la Mole, il monumento che noi torinesi ci portiamo nel cuore in qualsiasi parte del mondo.
Il Po, patrimonio naturalistico sulle cui sponde ha preso vita la nostra Città.
Da qui si vede chiaramente la pianta “squadrata” di Torino. Unica e inconfondibile.Quella che permette a noi torinesi di orientarci ovunque siamo… e di perderci in qualsiasi altra Città.
Ecco, in questa pianta romana c’è un patrimonio di storia e cultura inestimabile, che abbiamo ereditato e gelosamente conservato fino ad oggi.
E poi, più giù, le nostre Alpi. Croce e delizia. Quelle Alpi che Paolo Cognetti ha definito “le montagne dei giganti”.
Quell’inconfondibile profilo che ci fa sentire a casa, ma che guardiamo quasi ammirati ogni volta che da lontano vediamo le cime imbiancate all’arrivo dei primi freddi.
Questa è Torino
Ecco, di tutta questa meraviglia continueremo a prenderci cura nei prossimi 8 mesi.
Quando Amministri una città immagini in anni, ragioni in mesi e lavori in giorni.
Già, perché sai che di giorni non puoi perderne neanche uno. Ognuno di essi è estremamente prezioso, in ognuno di essi avrai potuto fare qualcosa di più per la tua comunità.
Quindi, ancora insieme, andiamo avanti. C’è ancora tantissimo lavoro da fare.
Vi abbraccio”, conclude Appendino.