AgenPress – Secondo gli ultimi dati Sace Simest, il ventaglio di prodotti italiani destinati in Cina è piuttosto ampio e abbraccia una vasta gamma di settori. Tra i prodotti della meccanica strumentale, quelli maggiormente richiesti da Pechino sono: apparecchi meccanici e loro parti (che da soli sono ammontati a 3,8 miliardi nel 2019); oggetti di rubinetteria; macchine e apparecchi per l’imbottigliamento e l’etichettatura; macchine e apparecchi per incapsulare bottiglie, boccali e tubi; macchine per l’imballaggio. Nel settore dei mezzi di trasporto, è il comparto automotive a riscuotere maggior successo. Vanno alla grande anche i prodotti farmaceutici, nonché le merci di abbigliamento in particolare quelle di lusso. Per quanto riguarda l’agroalimentare, i prodotti italiani hanno una grande fama a livello mondiale ma sono poco gettonati in Cina sia per la differenza delle tradizioni culinarie tra i due paesi sia anche per gli stringenti controlli sanitari alle frontiere. Cionondimeno, gli ultimi dati ci mostrano come siano molto richiesti i dolci, e in particolare i cioccolatini ripieni, e in misura minore ma comunque consistente, gli spumanti, il caffè e l’olio di oliva. E’ sempre la Lombardia la Regione che esporta di più in Cina: secondo i dati Istat riferiti al 2019, il suo export verso il paese del Dragone ammontava a 3 miliardi seguita poi dalle Regioni Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Toscana.
In Italia importiamo molti beni dalla Cina: al primo posto figurano i computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi che solo nel 2019 hanno avuto un valore pari a 5,4 miliardi. Altri 3,6 miliardi e’ il valore di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche cinesi importate nel 2019 e a seguire tessile e abbigliamento per circa 3 miliardi. Anche in questo caso prima è la Lombardia, con 9,8 miliardi di beni importati, seguita da Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Campania.